Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO PRIMO. J 05
      nella guerra. Le interne discordie, nate dopo che i dominatori della Sicilia si resero indipendenti dallo impero de' Fati-miti d'Affrica, ne cagionarono la caduta.1 Ebn-el-Tcmanh principe di Siracusa e di Catania per vendicare un oltraggio ricevuto da Alì-ben-Naamh signore di Enna e d'Agrigento, si rivolse ai Normanni i quali per le recenti conquiste fatte nella Puglia empivano di loro rinomanza l'Europa; e gl'invito a soccorrerlo. Nel 1088 sulle rocche di Siracusa, divelto il vessillo saracenico, sventolava il normanno; tre anni dopo erano cadute anco Enna ed Agrigento.
      XLII. I Normanni, popolo animoso, ma irrequieto sempre e vago di guerreggiare, avevano incominciato a conoscer l'Italia, allorquando, invasi anche essi dal fanatismo religioso di visitare i luoghi santi, recavansi da pellegrini ai più famosi santuarj della penisola. Una mano di costoro, reduci da Terra Santa, giunsero a Salerno, ed aiutarono il principe Guai-maro III a respingere un aggressione di Saraceni. Mentre s'erano stanziati sul monte Gargano, Melo e Dato, signori pugliesi, li chiamarono per essere soccorsi contro i Greci; più tardi Sergio duca di Napoli, che fu da loro rimesso nel dominio, détte a un loro capo il titolo di conte d'Aversa. Fu questo il piccolo inizio di tanta grandezza, il nucleo donde poi ne uscì la potentissima monarchia siciliana.
      Intorno a quel tempo i numerosi figli di Tancredi d'Altavilla, vogliosi di trovare fortuna ad esempio de' loro concittadini, si recano nell'Italia meridionale; veri guerrieri di ventura, si assoldavano ora ai principi longobardi, ora ai greci. Venuti in litigio con gl' imperiali, combattono, vincono,
      1 Avverto il lettore che io mi attengo alla narrazione che stimasi meno favolosa, imperocché la storia della dominazione araba in Sicilia è oscurissima, e potrebbe dirsi non esistere quasi. Anch'io al desiderio di molti congiungo il mio, perchè Michele Amari, spirito ardentissimo di patria carità , non indugi lungo tempo a pubblicare la sua Storia degli Arabi in Sicilia, opera alla quale da molti anni ejjli lavora con instancabile longanimità. Sapendo la sua vasta erudizione in quegli studi, la profonda conoscenza della lingua arabica, la scrupolosa diligenza e lo squisito giudizio con che conduce le sue indagini , non dubito che il suo libro riempia una lacuna negli studi storici del medio evo, e rechi grandissimo lume allo storia d'Italia, e sciolga i dubbi degli eruditi disputanti intorno alla molta o poca influenza che la cultura araba possa avere avuto sulla civiltà de'popoli Europei.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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