Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      CiSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      d'Italia essi accrescevansi, e si costituivano in principi indipendenti. I valvassori minori, cioè i piccoli nobili sentivano alleggiarsi dalla oppressione de' capitanei o valvassori maggiori, i quali mano mano andavano lasciando le città per ritirarsi nelle proprie terre.
      XXXVIII. Questo che fu un vero beneficio reso all' Italia, in quanto sgomberava di numerosi impedimenti il terreno dove era principiato a germogliare il seme delle libertà popolari, non acquistò a Corrado la gratitudine degli Italiani, i quali non potevano amare un sovrano che con provvedimenti crudelissimi puniva le dissensioni e i repentini tumulti delle città, eccitati sempre dal barbaro contegno de'Tedeschi. E massime gli accrebbe discredito il sostegno di cui egli fu largo a Benedetto IX uomo oltremodo scandaloso e crudele, terzo papa della famiglia de' conti di Tuscolo, e nipote dell' infame Marozia. Dicono gli storici che fosse eletto pontefice quando appena toccava 1' anno duodecimo di sua età. Fino a che visse Alberico suo padre, ei si mantenne sopra la sede pontificia ; morto questo, fu cacciato e fuggì allo imperatore, il quale come è perpetuo costume di principe, dando ragione al disonesto papa e torto ai popoli oppressi, lo ripose sul trono; e Benedetto, retribuendo favore con favore, fulminò una tremenda scomunica contro la città di Milano ed Ari-berto, al quale Corrado aveva già scelto un successore. Ma la resistenza d'Ariberto facevasi sempre più ostinata, il suo coraggio accrescevasi con l'accrescersi dello sdegno sovrano; e per rompere ogni futura riconciliazione, invitò alla corona italica il conte di Sciampagna, che forse si sarebbe provato nell' impresa se non fosse stato ucciso in battaglia. E Corrado, perdendo ognora in riputazione, non partì per la Germania se non dopo di aver fatto giurare a tutti i suoi partigiani che ciascun anno devasterebbero le campagne circostanti a Milano, onde punire i fautori di Ariberto, e indurli ad abbandonarlo.
      Ariberto per sostenere le aggressioni di tanti nemici, che io sturbavano sempre, si fece forte degli ordini minori del popolo. E perchè i popolani non combattevano a cavallo a guisa de'militi, ma a pie' come povera gente, l'arcivescovo


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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