Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      Ci STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      alla impresa, invano tentata dall' avo e dal padre, di togliere onninamente l'ultimo palmo dell' italica terra di mano ai Greci, mandò ambasciatore in Costantinopoli un Greco di Calabria, il quale, appena ritornato con due legati bizantini, fu sedotto dallo irrequieto e scaltro Crescenzio: e fu tra loro stabilito di staccare Roma dallo impero occidentale. II Greco in compenso ne fu creato papa, o antipapa, e Gregorio V cacciato via. Ottone, saputa la congiura, si muove ardente di sdegno dalla Germania; piomba sopra Roma; prende l'antipapa, e legatolo a scherno sopra la schiena d' un somiero, lo abbandona alla plebaglia che ne fa strazio; assedia Castel Sant' Angiolo ed uccide Crescenzio. E parve in quel modo d'avere domata la ribellione. Ma richiamato in Germania, essendo già morto papa Gregorio, pose sul trono de'pontefici un altro suo fido, stato suo maestro, voglio dire Gerberto di Rheims, celeberrimo dotto di quei tempi sì che ebbe voce di negromante, negli annali della chiesa cattolica conosciuto sotto il nome di Silvestro II.
      Era l'anno 1000, anno aspettato con indicibile spavento da tutta la cristianità, perocché credevasi, secondo che avevano vaticinato i fantasticatori sull'Apocalisse, che dovesse succedere il finimondo. Ottone dopo brevissima dimora, ritornò in Italia. Allora ardeva guerra fra i nobili di Tivoli e quelli di Roma. 11 principe favoriva questi ultimi, ed assediata Tivoli, gli abitanti si resero a discrezione, ed egli pèrdono loro generosamente. Questo atto di clemenza spiacque ai Romani, i quali, sdegnati di non vedere appagata la propria vendetta, non vollero ricevere Ottone dentro le mura; ed egli fattele aprire per forza, invece d'imitare la crudele severità dell'avo, pre-sentossi al popolo, lo arringò studiosamente in favella latina, e dichiarò essere suo intendimento risuscitare non illusoria-mente ma davvero l'antica gloria dello imperio romano, e porre la sede sovrana nella stessa veneranda Roma. Il popolo esultò, e nella frenesia della gioia, prese i capi della ribellione e gl' immolò, vittime di espiazione, alla collera del mansueto principe.
      Nè fu forse per simulazione ispirata dalle presenti strettezze che Ottone fece noto il suo intendimento di risuscitare


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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