Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA 1>E1 COMUjNI ITALIANI.
      possessori, così le poteva arbitrariamente essere tolta da un altro ladro militare cbe avesse strappato lo impero dalle mani di Carlo, o essere legittimamente ripresa dalla nazione, che ne era la sola naturale ed incontrastabile posseditrice. Ma egli facendosi coronare dalle mani sante del pontefice, e salutare imperatore dal popolo, che non lo riconosceva tale se non in virtù della solenne consecrazione, inalzava il papato sopra ogni potere umano; dava alla chiesa il diritto di creare i re, di sindacarne le azioni, di sconsacrarli qualora a lei paresse opportuno di così fare. Insomma dopo queir atto la sovranità era di nessun valóre agli occhi de' popoli, ove non avesse ricevuto lo assenso della chiesa; la quale inventava poscia la più terribile di tutte le armi trucidatrici de' re, cioè il diritto di sciogliere i sudditi dal giuramento di fedeltà, e ridurre il più potente sovrano alla condizione del più mendico de' suoi servi. Come i papi provarono che quest'arme mortalmente feriva, la difesero fino all' ultimo sangue contro que' principi, che colla prepotenza o coli' inganno tentarono più volle di romperla. II pontefice dapprima rimase suddito del principe, che era il vero sovrano di Roma; fra loro era relazione feudale come tra vassallo e signore. Carlo intromettevasi nelle faccende della chiesa in ragione della sua autorità sovrana; negli avvertimenti dati ai commissarii1 ch'egli mandava attorno i suoi vasti territori, onde provvedere al buon ordine del governo e far osservare la legge, ingiunse loro di scrutare la vita e il contegno degli alti dignitari della chiesa, di provvedere ai disordini, agli scandali loro, e in caso di incorreggibilità riferirne allo imperatore. Condannò severamente le dotazioni fatte alla chiesa a detrimento de' figli e de' prossimi parenti del donatore; rimproverò ai sacerdoti la immane cupidità delle ricchezze terrene, e l'insaziabile avarizia che gli spingeva a torre il pane dalla bocca del popolo ora promettendogli le delizie del cielo — ricopio le parole di uno de' capitolari di Carlo — ora minacciandogli le pene dell' inferno. Al papa2 che gli aveva scritto sommessamente come a proprio
      1 Msi Dominici.
      2 Leone 111.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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