Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO PRIMO. "55
      scere cotesto diritto, e mentre tenevano i pontefici supremi ed assoluti arbitri delle cose spirituali, nelle temporali li consideravano come sudditi dipendenti dal capo del regno. Egli è vero che varj monasteri e parrocchie possedevano terre ed altre sostanze, ma le tenevano in conto di pie largizioni che non mutavano affatto la condizione della chiesa; ed a ragione di elemosina, allorquando Liutprando tolse di mano ai Greci varie città che ancora tenevano in Italia, diede Sutri a San Pietro. Da tale disparità di vedere e di operare in quanto al dominio temporale nascevano la frequenti dispute e le aggressioni tra papi e Longobardi.
      In un' età in cui la religione operava nella mente de' popoli colla forza di un convincimento, in cui la poca luce del sapere che rimanesse s'era riparata in seno alla chiesa, di leggieri s'intende come la voce di lei dovesse tornare efficacissima a svegliare e mantenere nel cuore de' popoli quel sentimento che sarebbe riescito a suo proprio vantaggio. La chiesa, grata all' impero che la emancipava e le dava legittimità, reggendosi, come è probabile, secondo il diritto romano, serbò viva, durante le invasioni barbariche, la idea dell' impero, come principio incontrovertibile a cui stavano annessi i futuri destini della Italia. Così ai popoli splendeva perpetua una cara illusione, che manteneva ne' cuori di tutti la speranza del possibile anzi inevitabile risorgimento dello impero romano. Il regime municipale, che i barbari non valsero a trasmutare del tutto, era reliquia delle istituzioni romane, il solo asilo dove la tradizione nazionale era corsa a salvarsi. GÌ' Italiani in quella vita di municipio sentivano e pensavano che la nazione sussisteva tuttavia.
      XX. La chiesa allorquando volle rovesciare il trono de'Lon-gobardi, conoscendo che il suddetto sentimento nazionale era un fuoco serbato dallo stesso genio, dirò così, della nazione, simboleggiato nella immagine della potenza romana, vi soffiò dentro e lo fece miracolosamente divampare. Aggiungi che i Longobardi reggendosi con un governo militare, non erano riesciti a creare un' opinione, voglio dire quella convinzione, quella fiducia che più della forza vale a sostenere gli stati. Dopo due secoli di regno, ora severo, ora mite, come sogliono


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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