Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO PRIMO.
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      la libertà e la tirannide, dove trattavasi di fermare un sistema d'istituzioni permanenti, le quali mettessero daddovero la libertà in condizione da non potere cedere alle aggressioni della forza, la chiesa, parlando generalmente, ha prese le parti del dispotismo.1
      E da qual altra ragione, se non da questo modo di procedere della chiesa, nascevano quelle frequenti mutazioni di governi, le quali tennero l'Italia in sì crudele e continuo travaglio, finche ne ebbero divise in modo le lacere membra da non aver potuto finora riescire nel desiderio di unificarsi e divenire grande potenza politica ?2
      XVII. I meno rozzi tra'primi barbari che invasero lo impero e vi esercitarono dominio di qualche durata, cioè i Goti, intesero a dominare il paese, non mai a devastarlo. Cessati i primi travagli della guerra, Teodorico re loro ebbe in animo di rialzare il trono caduto dei Cesari, e tenerlo con tutta la maestà di sovrano d'un popolo incivilito. Dicesi che fosse ignorantissimo d'ogni ragione di lettere fino a non sapere nè anche scrivere il proprio nome:3 nulladimeno le memorie che ci rimangono del suo modo di governare, dimostrano che egli intendesse mirabilmente il proprio ufficio. Conoscendo come fosse contro natura che gl'Italiani si piegassero al vivere barbaro de'vincitori, avviò i suoi Goti alla romana cultura, e per quanto gli fu dato, fece sforzi d'ogni specie affine di latinizzarli. E però, volendo fare sparire i lacrimevoli vestigi delle prime invasioni, restaurava i monumenti, incoraggiava i commerci e le arti, promoveva le lettere non per mero ornamento regale, ma come strumenti a rialzare quell'impero, ch'egli voleva trasmettere ai suoi posteri. Fu quindi oltremodo sollecito di richiamare alla sua reggia gli uomini più riputati per dottrina e prudenza, confidava nelle loro mani il governo, affinchè mettessero in armonia i
      1 Guizot, //isl. de la Civilisation era Europe, Lej. VI
      * « Tutte le guerre clie dopo questi tempi furono (ini barbari fatte in Italia, furono in maggior parte dai pontefici causate, e lutti i barbari che quella inondarono, furono il più delle volle da quelli chiamati. Il qual modo (li procedere dura ancora in questi nostri tempi; il chc ha tenuto e tiene l'Ila, lia disunita ed inferma » Machiavelli, Istorie Fiorentine, lib. I.
      3 Misceli® lib XII. A. Marceli, in fine. ExccrplaCliron, de Theodoric.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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