Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA 1>E1 COMUjNI ITALIANI.
      indulgentissimo, il quale correva la sua via senza ribrezzo o vergogna, ed implorava protezione, e pagava il tributo a quo' barbari stessi che un tempo solevano tremare di spavento al solo nome della repubblica.1
      La libertà e la rettitudine, dunque, fuggile dalle nefandità della corte imperiale, cercavano riparo sotto il vessillo della chiesa, la quale difendeva i diritti dell' uomo fondati sulla perfetta uguaglianza morale; principio che bastava solo a rigenerare la umanità, qualora la chiesa, come imprese a farlo prevalere, si fosse studiata di serbarlo e spingerlo verso tutti gli effetti civili, che da esso potevano derivarsi, non solo a beneficio dell'uomo come ente morale, ma come ente politico; secondo che parve avere essa incominciato. Come difatti la chiesa riesci nel primo sforzo di convertire i barbari, vide se stessa più libera e più atta ad operare, a fine di tirar fuori le cose da quel tumulto di un ordine che si scioglie e di uno che sottentra e non sa come avviarsi. La chiesa offerse il proprio esempio a modello di un reggimento che concordasse colla ragione. La sua primitiva costituzione aveva tanto di buono, di essenzialmente buono, che ha svegliata l'ammirazione8 de' più profondi politici dell' età nostra, i quali sono costretti a confessare, che fra cosi cupo buio, in tanto universale confusione, 1' unica fiaccola benefica che splendesse come norma al giusto ed al buono, sorgeva dal seno della chiesa a illuminare tutta la società.
      XVI. Ma come i più santi dettami della legge di natura vengono per la perversità de' cuori umani a corrompersi, così le più belle e savie istituzioni, rette dal senno dell'uomo, si dipartono da'loro principii e rendono amarissimi frutti. Tutto esce buono dalle mani di Dio, diceva il filosofo, e diventa cattivo in quelle degli uomini. La chiesa di Cristo, serbando pur sempre intemerata la sua santità impersonale, nel suo politico reggimento mostrò, fino dal suo costituirsi, segni di quelle inconvenienze morali che spinsero i suoi santit Montesquieu , 1. cit. c. 19, ove parla di Teodosio il giovane, il quale pagava il tributo ad Attila.
      2 Guizot, Ilistoire génèrale de la Civilisalion en Europe, Lefons V et VI. — Savigny, e Romagnosi, I. cit


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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