Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO PRIMO.
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      niro nella più grande monarchia costituzionale di Europa; ma scemo di virtù cittadine, invece di tornare benefico era d'impaccio e nuoceva, avvegnaché fosse esempio a servire, e prestasse mano a ribadire quelle catene, delle quali era suo debito sciogliere il popolo e darle nel capo al tiranno.
      Un altro colpo di astutissima politica Tiberio tentava, ed è questo. Caduti gli ultimi martiri della repubblica, gli eredi del concetto e della potenza di Cesare pervennero a farlo deificare dal senato. Fu questo un caso straordinario di onori divini renduti ad un uomo che i buoni chiamavano iniquo, ma che gì' iniqui, e con essi il popolo sedotto dalle loro ciurmerle, predicavano ottimo. Tiberio in questo fatto vide una idea maravigliosamente adatta a diventare una delle basi principali del dispotismo. Egli quindi statuiva la deificazione dello imperatore defunto essere un debito impreteribile da rendersi alla memoria di lui. In tal guisa, non essendo ancora inventata la ceremonia di ungere i re per la grazia di Dio, Tiberio coli' apoteosi faceva santo il principato in modo che il delitto di maestà fosse considerato come sacrilegio. '
      Al senato, privo d'ogni ufficio cittadino, veniva conferito il privilegio di divinizzare gl'imperatori; efdopo quel tempo fu costretto a decretare solennemente il titolo di divo a mostri che non meritavano quello di uomo, a Nerone, a Domiziano, a Comodo, a Caligola, e ad Agrippina e Messalina, auguste meretrici, e ad altri, il nome dei quali ci richiama alla memoria immanità e turpitudini che ci fanno rabbrividire.
      Stabilita la tirannide, Tiberio creò la scienza a rassodarla, la scienza, io dico, di punire come crimenlese le azioni non solo, ma le parole e i pensieri che parevano non si accordare col principato. E però istituiva un sistema di spionaggio vigilante e rigorosissimo.
      VIII. Così andavano le cose sempre in peggio; eia rovina col farsi innanzi diventava più irreparabile fino a Costantino, il quale trasportando la sede dello imperio in oriente, quasi levasse l'unico puntello al crollante edifìcio, lo lasciò in istato
      1 o Dicavit roein Tiberina Aogustum ut majpgtatig crimen induceret. ¦> Plin. Scc. Panegyr. Nervw Trajani, cap. XI. Norimb. I747.
      Storia dei Comuni italiani. — 1. li


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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