Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA 1>E1 COMUjNI ITALIANI.
      ornandola di colonne, che per Io innanzi erano solo destinate a decoro de'tempii de'numi e dei pubblici edificii, fu infamato di lesa maestà nazionale. Allorché l'amore per la magnificenza, per il lusso, per le ricchezze si venne diffondendo, ciò che prima avrebbe destata la pubblica indignazione, diventò argomento di lode; gli uomini che un tempo ambivano di superarsi a vicenda nelle virtù cittadine, poi gareggiavano di vincersi no'vizi e nella privata potenza, fomento de'vizi. Alle magistrature poterono aspirare gli stolti e gì' iniqui; e poiché le elezioni rimasero pur sempre in mano de'popolari comizi, i ricchi per satisfare alla propria ambizione corruppero il popolo, accostumandolo a barattare la libera volontà con l'oro e i doni de' potenti.
      VI. Corrottissimi e spargitori di corruttela soprattutto erano i governatori delle provincie. Rappresentando la maestà della repubblica, si aggravavano sopra i popoli, proteggevano i tiranni soggetti, rapivano, manomettevano, concedevano immunità, acciocché, partiti da Roma poveri cittadini, vi ritornassero colle arche piene di tesori, e le coscienze rotte ad ogni specie di libidine; i governatori sovente si recavano sopra i lontani possessi della repubblica collo iniquo talento degli assassini che piombano sulla preda.
      Gli esempi di cotesta scellerata disonestà furono frequentissimi, in modo che Calpurnio Pisone fu costretto a pubblicare una legge severissima,1 la quale con maggiore severità venne in settantacinque anni circa rinnovata più volte.8
      Appigliatasi la corruzione agli ordini maggiori dei cittadini, l'avarizia non fu più una nota d'infamia. I Romani allorché per essere grandi non avevano mestieri di ricchezze, sdegnando di esercitare le arti pacifiche e i commerci, fecero pubblicare una legge' che li vietava ai patrizi come cosa turpe. La legge mantenendosi in vigore, come quella che gratificava l'orgoglio de' grandi, i mezzi onesti d'arricchire si ridussero in mano de' plebei e degli stranieri; ai nobili rima-
      1 Lex Calpurnia : de repetundis.
      2 Lei J ani a — Lei Acilia — Lei Seiviltà — Lex Cornelia — Lex Julia :
      de repelundis.
      ' Lei Claudia an. a. C. 229.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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Roma Calpurnio Pisone Romani Lex Calpurnia Lei J Acilia Seiviltà Cornelia Julia Claudia