Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi

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      BOLOGNESI
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      da Lippo Dalmasio che sublimò ed arricchì l'arte gretta e povera del suo prototipo Vitale , a Marco Zoppo che fu maestro di quel Francia che tenne il primato in fin del secolo col Bellini veneziano e con Pier Perugino tanto famoso , e che non venne superato in alcuna parte se non da quell' unico Raffaello che stassi al vertice ancora della piramide artistico-pittorica, vuoi per sentenza de'materialisti, vuoi per opinione degli spirituali puristi.
      Se le pitture del quattrocento non si hanno a lodare per arte , essendo povere di scienza e prive d'invenzione e di colore, un semplice talento ed un umile spirito nelle loro operazioni si vede, dipingendo essi più per necessità che per ambizione, servendo al sincero gusto di quel puro e beato secolo , non all' ingegnoso e forse troppo alle volte affettato del seicento. — Queste sono le parole del Malvasia , che valgono a parer nostro per le mille ciarle ed inezie che si vorrebbero ai giorni presenti spacciare per dottrine forestiere e per novità mirabilissime.— Rinunziando essi artisti quattrocentisti (prosegue il Malvasia) alla superba fama del proprio nome, preposero ad ogni vantaggio dell'arte, i debiti della religione. Purché spirassero le loro opere ( che tutte a que' tempi sacre furono , non mai profane) venerazione e modestia, non si curarono che tanta eccellenza e maestria contenessero. Avrebbero anch' essi, servendosi in parte delle moderne licenze, saputo forzar forse le attitudini ed alzar le tinte; ma non parve loro decente in sì accostumati e corretti tempi l'abbandonare una naturale proprietà , dar loro una indecente movenza ed un affettato colore; e in conseguenza privare le loro sacre immagini di quella purità, modestia e gravità che tanto loro si deve, e sta così bene. Compatiscasi dunque in essi e si scusi per prudente elezione e per santo proposito ciò che severamente da taluni si danna per secchezza e duro stile: non potendosi ad ogni modo negar mai che non ispirino le opere di costoro una certa venerazione e pietà,


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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
di Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino
1844 pagine 607

   

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