Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi

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      BOLOGNESI $8$
      Nè taceremo di savia e bella ed egregia poetessa, cbe fa Mea o Bartolommeo, Mattugliani. Ella era giovane ed amabile donna in sul 1400: congiunta di prosapia con Giovanni I. Bentivoglio, e stretta in matrimonio con Michele dei Mattuiani, nato di nobile e ricca famiglia, che si estinse da lunga stagione, lasciando sue case alla nobil gente dei Tanari ed ora a quelle de* Lamberti ni, e tramandando suo nome ad una strada, non molto discosta da san Domenico. Carlo Cavalcabò Marchese di Viadana, erasi fatto Signore di Cremona, occupandone il dominio nel i4o4» quando Ugolino suo zio gemeva prigióne del Visconti Duca di Milano. Nel qual tempo, gonfiando in cima di fortuna, innamorò dell' illustre Mea bolognese, cui avea veduta del i4o5 in tempo che trovavasi per lo zio ambasciatore a Bologna, e forse prima in alcuna passeggiata guerresca, quando scorreva capitano da una in altra regione italiana. Certo è che innamorò altamente della donna prestantissima, cui scrisse e mandò una lettera in terza rima , esaltandone la bellezza , e chiedendole corrispondenza d'amore. Ma la savia poetessa non era fatta per piegare a voce di lusinga, a suono di prezioso metallo, a speranze di grandezza, ad amicizia di potenti amatori. Ella era fatta per la virtù, per la sola virtù; e volle darne saggio al poeta insidiatore, scrivendogli risposta in terza rima filosofica , a maniera di Capitolo, nella quale si umilia innanzi alla grandezza di Carlo , non per viltà ma per deporlo ad ascoltar siie lezioni: poi fa le scuse perchè non vale in poetica facoltà com'esso Cavalcabò: indi procede manifestandogli che castità e non ignominia le talenta :
      « Nè fuor d'onesto amor mai Giterea Mi punse il cor col vago strai dell' oro ; Ma Diana tenuta ho per mia Dea.
      Le sublimi virtù di questa adoro, E nelle tele mie, non come Aragne , Le figuro sovente, e le coloro. »


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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
di Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino
1844 pagine 607

   

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