Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi

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      »4* ; 4nnambonifacio vetrerio httpobigenh ,
      bononiae legato et colleci1 hujosce fundatoriTale. Collegio bastò dugentooinqqanta&ette anni •ino al 1797; quando, per le cagioni tristi e notissime che tanti collegi ed utili istituti sospesero 0 chiusero, esso pure cessò: chè nei momenti famosissimi in ohe si mutano e travasano vicende e sorti di Prìncipi e di nazioni, se buone cose si creano, altre buone se ne struggono, talohè non v' ha gran catastrofe dove non si atterri mentre si voglia edificare.
      Ma prima ancora di codesto Cardinale eporegieo-se, e fino, dalla seconda partita de* Bentivoglio, che li disperò di ritorno, questo fortunato luogo della Viola (come il giardino ateniese di Àcoademo e l'orto fiorentino di Bernardo Ruceilai) avea graziosamente, e non senza fama, accolte le lettere, introdottevi da Gian Filoteo Achillini, poeta non dispregevole, e in quei giorni celebre, ohe fondovvi 1' Accademia del Viridario, nome ch'ei diede pure a titolo d'un sno poema sull'istoria di Minosse, con entrovi mille cose di morale, di storia, di chimioa, e laudazioni di molti uomini famosi in ogni genere, di Bologna sua patria.—A quest'Accademia succedette un'altra che si chiamò de' Desti, e che fu detta anche della Viola, cominciata nel i56o al tempo di Besso Ferrerio Marchese di Masserano, da Ettore Ghisi-lieri cavaliere di Portogallo e da Valerio Legna ni cavaliere e capitano, e da altri dodici primari no-J4li della Città, Gli affanni e gli agi a che amore e .Cortesia invogliava que'generosi, veracemente Desti, fecero si che nelle nozse de' loro compagni prendessero occasione di onorare sè e la patria con giostre, tornei, barriere, o con rappresentazioni di ppeticjhe favole miste di musiche, delle quali a suo tempo Dei parleremo. Ammutoliti ( dapprima per invidia, poi per negligenza) quegli studiipensarono i padroni del collegio , quando non potevano più dal


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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
di Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino
1844 pagine 607

   

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