Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi

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      BOLOGNESI
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      di Giovanni, rodevasi di gelosia pel poco amore di Galeotto suo marito: ma insopportabile oltraggio reputò ella di vedersi posposta ad una donna plebi»: e fiera vendetta ne giurò. Per rotta fede cruc-ciavaai ; per offeso orgoglio spirava fuoco di furore. Si tragga a morte il marito ; e tosto. Franoesca si finge inferma per repentino malore; si eorice sul talamo, nasconde sicarii nelle stanze ; sono appostati in quattro: ora s'inviti Galeotto di girne a lei. Egli piega all' invitp, mette il piede nelle soglie fatali; colui cbe al varco l'aspettava lo coglie d'improvviso: il Principe si volge ratto, ripara i colpi, mette 1' assassino a mal partito : ma gli altri sbucano dai nascondigli, lo investono, lo feriscono. Teme Francesca cbe il nerboruto marito non disarmi ed atterri i traditori : balsàa ella stessa dal talamo, e con pugnale esecrando squarcia del ventre il marito. Corre ai figliuoli ; con esso loro si chiude nella ròcca di Faenza, e lascia il Principe semivivo in balla degli sgherri. — Francesca, svenato il marito, ne dà contezza al genitore, eccitandolo di recarsi ,a lei. Egli non frappone dimora ; arma nonE Soldatesca, giunge a Faenza dov'era ancora il omino, capitano del Dnca di Milano, recatosi a Forlì per ordine suo. — Entrarono i due capitani colle schiere agguerrite: nessuno fece loro ostacolo , per la novella sparsa che ivi coli' armi avean tratto per' antivenire i tumulti de}la Città, per assicurare la successione al piceolo Astorgio Manfredi, non mai per tentativo di novità, nè per nuocere direttamente a chicchessia.
      Giovanni intanto guidato al palazzo si dolse della morte di Galeotto, lodò la concordia de' cittadini che disegnavano lor Signore il pupillo dell'estinto, e molto mostrò di avere a cuore il vantaggio del piccolo nipote. Ma alcuni detti sinistramente interpretati (come dice il Muratori) sparsero sospetto fra il popolo ch'egli volgesse in animo d'usurpare la signoria di Faenza. Un sordo fremito serpeggiò tra la moltitudine, quindi in suono di tumulto si afforzò:


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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
di Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino
1844 pagine 607

   

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