Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      CAPITOLO III.
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      dinato nel periodo delle guerre civili. Augusto li tolse, onde Frontino scrisse: Per Italiani nullità ager tribiitarius. La misurazione e la stima catastale era però una minaccia per 1' avvenire.
      A capo dell' ufficio geodetico e topografico era un Balbo « che ai tempi d'Augusto raccolse in commentarii le forme s e le misure ritrovate di tutte le provincie e di tutte le « città, e dichiarò e distinse la legge agraria per 1' universalità delle provincie » (Frontino in Goes, pag. 169).
      Par verosimile che posteriormente a tale catasto censuario Augusto dividesse l'Italia nelle undici regioni nel modo che troviamo in Plinio, ossia tra il secondo ed il terzo anno dell' era novella. L' opera di Balbo ci è pervenuta nella parte che riguarda il Piceno, la quale, unita alla descrizione di Plinio, ci è di sufficiente lume per dire dei nostri luoghi in questi tempi. Si volle ricercare quali magistrati, di che grado, ed in quali luoghi centrali di ciascuna regione, questa reggessero in nome dell' Imperatore o del Senato di Roma. Però a me, stante la dichiarazione di Pomponio Mela il quale dice che la divisione augustea non fu effettuata, la ricerca appare oziosa. Nessuna memoria epigrafica del tempo indica, infatti, un tal magistrato per nessuna nelle undici regioni.
      II. Colonia Veneiìia. — Ritengo che la denominazione di colonia, Atri non 1' abbia perduta mai. Dalla dittatura di Siila ai tempi augustei, troppo poco tempo corre perchè un nome consacrato dai secoli possa scomparire. Ciò dico senza escludere che colonizzazioni Atri abbia potuto anche subire nel periodo triumvirale e di Cesare. Anzi il titolo Veneria, per quanto possa fare pensare non solo ad Augusto ma ad ogni altro imperatore della casa Julia, è più proprio della persona di G. Cesare, che vantava la sua origine da Venere. L'iscrizione che lo ricorda è per lo meno del tempo di Tiberio, perchè in essa si fa parola del Magister Augustàlis (Corp. Inscr. Lat., n. 5020). Ivi si parla di un tal Venerio,

Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio Tipografia del Senato Roma 1911 pagine 324

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