Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      CAPITOLO I.
      seco la legione da lui comandata, ma solo alcune turine ausiliarie celtiche e germaniche. Gli rimaneva però fedele un altro piceno, cittadino atriano, C. Fabio, detto perciò, come i precedenti, Hatrianus. Lo aveva lasciato in (lai li a, dove gli era stato validissimo aiuto, come vedremo a suo luogo, ed a lui si rivolse per avere la Vili e la XII legione, lasciate sotto il suo comando nel paese degli Edui. Queste lo raggiunsero nel Piceno, dove egli seguitava trionfante la sua' ¦passeggiata militare, secondo l'espressione di Cicerone, che scriveva ad Attico (ep. Vili, 14): Eo modo ambulat Caesar. Ed ambulando vedeva fuggire innanzi a sè i pompeiani ed occupava l'intera regione e giungeva ad Ascoli. Quivi era per Pompeo P. Lentulo Spintere con dieci coorti, il quale, all' avvicinarsi di Cesare, al pari degli altri scoraggiato dal contegno dei cittadini ed anche dei suoi legionarii, si ritirò verso Corfinio. Cesare fermossi in Ascoli un giorno per raccogliere i defezionati da Lentulo, far nuova leva e provvedere all'alimento delle milizie; poi, com'egli stesso scrive, volse verso Corfinio {Bell, eh'., lib. I). Per ciò fare, è chiaro che dovette rimontare la Salaria fin nei pressi di Amiterno dei Vestini e di lì scendere a Corfinio; percorrere, cioè, la stessa via fatta prima da Lentulo Spintere che aveva la stessa meta. Atri rimase così fuori del teatro della guerra; onde di essa non potè farsi parola nè da Cesare nei Commentarìì, nè da Cicerone nelle lunghe lamentele epistolari, che sono buona fonte di questo periodo storico.
      Pompeo, incerto, atterrito, abbandonava i suoi a Corfinio che capitolava subito, e apparecchiavasi a lasciare l'Italia imbarcandosi a Brindisi. A Cesare non riuscì d'impedirglielo. Allora questi corse a Roma, rafforzò il suo partito, lasciando a M. Antonio la cura delle cose d'Italia, e s'imbarcò a sua volta a Brindisi. A Farsalo in Tessaglia, il 29 agosto del 706 d. R., la fortuna di Cesare splendette della più fulgida luce : egli sconfìsse il rivale, spento poi dagli egiziani, e rimase il padrone di Roma e del suo impero.


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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