Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      LIBRO III - H ATRI A SOCIA DI ROMAinseguì i fuggiaschi fino ad Ascoli, deciso ad espugnare questo fortissimo baluardo della libertà italica. Egli allora disponeva, come sopra accennammo, di settantacinque mila uomini, nel qual numero eran compresi il corpo di Sulpicio e l'ausilio delle colonie latine di Fermo ed Atri, oltre ai varii contingenti raccolti qua e là, fra i quali furono anche quelli dei Galli. GÌ' Italici rifuggiti in Ascoli per la comune difesa, oltre che per quella dell'invitta città, pare giungessero al numero di sessanta mila dopo l'arrivo di P. Vezzio Scatone e di Vidacilio.
      Con questi avvenimenti felici per Roma (prima di Stra-bone L. Cesare vinceva nel Sannio), finiva l'anno 664, che per essa era cominciato in modo sì spaventoso.
      La vittoria di L. Cesare fece ai senatori riprendere la toga, quella di Strabone il laticlavio e gli ornamenti distintivi, in segno del ritorno dell'auspicata fortuna.
      Assai scarse sono le notizie trasmesseci dagli antichi scrittori intorno all'assedio di Ascoli. Essi non fanno che riassumere per decantarci, anche colla brevità (per cui si esclude il racconto delle difficoltà e delle vittorie dei vinti) la forza e la gloria dei vincitori. Ciò non ostante, esso fu un fatto memorabile e decisivo di quella grande guerra. E che tale fosse, ci è indicato chiaramente dalla durata dell' assedio e dallo sforzo sostenuto da Roma, che solo potè vincere quella fortissima gente, dichiarandosi vinta essa stessa, colla concessione di quel dritto tanto conteso di cittadinanza, pur di togliere alla grande nemica l'aiuto dei popoli alleati. I senatori avevano ben rindossato il laticlavio, ma non erano affatto sicuri di non dover riprendere tra più angosciosi pianti le gramaglie, se non avessero ceduto, pur quando contro di essi erano ancora ardentemente impugnate le armi. Era cosa inaudita e vile per Roma; ma lo spirito dei Romani era mutato, e poi non v* era altro modo di cancellare il grande errore iniziale del caparbio, ingiusto rifiuto. « In questo caso il danno causato dalla ostinatezza - dice il Mommsen (op. cit.) - fu in « qualche modo riparato dalla codardia >.


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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