Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      LIBRO III - H ATRI A SOCIA DI ROMAcon essa il germe della rivoluzione. I tribuni espropriatori ripresero il loro compito, che nella sola Roma diede un aumento di settantaseimila liberi cittadini atti alle armi. Ma le maggiori difficoltà sorsero, non in Roma, dove coli' imperio e colla massima della saluti publica suprema lex esto, poterono con tagli gordiani derimersi le intricate questioni di possesso, ma fuori, dove l'esecuzione rigorosa della legge si complicava con vere violazioni di trattati. Molti territorii erano stati assegnati, per plebisciti e per senato-consulti, alle repubbliche federali italiche come preda di guerra; ma spettava ai Senati ed alle curie locali, non alle autorità romane, l'interna ripartizione. Roma non poteva ancora, senza suo pericolo, arrogarsi questo dritto, specialmente verso gli stati latini, coi quali aveva patti federali di perfetta eguaglianza. Era per essi che P. Scipione Emiliano rimaneva sempre riluttante a spingere innanzi la riforma. Con maggiore avvedutezza del cognato Tiberio, egli, il soldato di Numanzia e di Cartagine, che sapeva quanto indispensabili fossero per Roma quei forti e fedeli militi delle città federali, si poneva la quistione se politicamente conveniva di aggiungere, con questa grande lesione d'interessi materiali, nuove ragioni al malcontento degli stati latini, così importanti in guerra e già alienatisi da Roma per tante offese di diritto e di fatto oramai sofferte. Egli capitanava il partito moderato delle riforme graccane : le aveva difese dopo l'uccisione di Tiberio contro gli oligarchi, e ben poteva oggi arrestarle d'accordo con questi. Le città latine, tra le quali non potè mancare Atri che forse ne fu a capo, si rivolsero quindi a lui come al migliore amico e al più eminente cittadino di Roma, e lo pregarono di difendere i loro dritti. Egli accettò, e promise e mantenne la parola. Infatti nel 625 d. R., principalmente per suo intervento, fu tolta ai triumviri agrarii la facoltà di risolvere le questioni possessorie intorno alla natura privata o demaniale dei beni, ed affidata ai censori e per essi ai consoli. Tale provvedimento si risolse in una


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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