Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      LIBRO III - H ATRI A SOCIA DI ROMAstravano gli schiavi nell'infrangere i ceppi, che i liberi nel ribadirli. Prima che la guerra finisse, nel 621, salì al tribunato Tiberio Gracco, il quale, in mezzo alle fiere opposizioni ed all'invidia della nuova nobiltà patrizio-plebea, e fra l'entusiasmo della nuova plebe dei peregrini italici, richiamò in vigore le leggi agrarie di Licinio Stolone. Per esse, alquanto modificate per agevolarne l'applicazione, rimase approvato: che nessuno potesse possedere più di 500 iugeri di terreni demaniali in testa propria, e di altri 500 divisi per metà in testa a due figliuoli; che ciascun proprietario dovesse tenere un certo numero di liberi lavoratori ; che il di più che ciascuno teneva dovesse restituirsi allo Stato, il quale l'assegnerebbe ai cittadini ed agi' Italici poveri. Per l'esecuzione della legge fu nominato un triumvirato perpetuo, composto del proponente Tiberio Gracco, di Caio suo fratello e di Appio Claudio suo suocero. Messisi costoro all' opera, incontrarono subito i più grandi ostacoli. Difficile era, dopo secoli d'occupazioni ed il passaggio delle terre a terzi e quarti possessori, derimere tutte le quistioni ed accertare 1' usurpazione ed il diritto dello Stato. Le difficoltà venivano anche dagl'Italici, a beneficio dei quali la legge doveva principalmente ridondare; e ciò pel fatto che le condizioni sociali interne di Roma erano pari a quelle delle maggiori città d'Italia.
      In queste, non meno che a Roma, ogni potere ed ogni possesso era in mano degli oligarchi, che s'erano divisi e seguitavano a dividersi il demanio pubblico, conquistato in guerra. Perciò, quando i commissari dei triumviri, dice Appiano (I, 10, 18, 21), giungevano nelle regioni dei socii o dei sudditi, erano assediati da una turba clamorosa che chiedeva soccorso, e dai ricchi che si opponevano fortemente all'esecuzione della legge.
      Tra le regioni più oppresse dal latifondo era il Piceno. 1 Verso questo si diressero per primi i commissari agrari; e fu
      1 Goesio, Bei agrar. script. 118-119 ex Balbo. Amstelodami 1684: Cfr. Speranza, Il Piceno, op. cit-, I, 323.


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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