Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      CAPITOLO II. 103
      Annibale era d'intesa coi Galli, ed è forse per questa ragione che egli preferì venire in Italia per le Alpi e non pel mare. Ed anche scelta la via delle Alpi, non è dato a noi di sapere perchè le valicasse pel piccolo S. Bernardo, invece che per i gioghi marittimi sboccanti nella Liguria, se non si voglia pensare che a ciò l'obbligassero le sue intelligenze coi Celti Subalpini. Fatto si è che egli, passato il Rodano e la Duranza, lasciandosi alle spalle Scipione, compì quella mirabile discesa che fu la meraviglia degli strateghi di tutti i tempi; la quale discesa però, comprese le perdite non rilevanti fatte prima di giungere ai piedi delle Alpi, nel valico dei Pirenei e nei fatti d'armi attorno al Rodano e nel paese degli Allobrogi, gli costò non poco. Egli aveva valicati i Pirenei con cinquantamila fanti e dodicimila cavalli, e al di qua delle Alpi non aveva più che ventimila dei primi e seimila dei secondi. Furono però sufficienti colla sua strategia, col suo coraggio e col favore dei Galli a sconfiggere le legioni romane di P. Scipione, prima al Ticino, e poi alla Trebbia. Alla fine del 537 Annibale era padrone dell'Alta Italia. Svernò nella valle del Po, facendo riposare le sue milizie e meditando i suoi piani. Le quali meditazioni lo portarono ben lontano dalla valle del Po, ossia nel cuore d'Italia, anzi nell' Italia propriamente detta ; onde esse ci riguardano assai da vicino. Il movente di Annibale era rompere la compagine della confederazione latina, senza di che gli riusciva vano il vincere. Ne aveva già dato prova non accanendosi contro Cremona e Piacenza. Ma egli aveva bisogno delle città del centro e del sud d'Italia che gli davano in mano Roma e non di queste che n'erano troppo lontane e che, se non erano fortemente presidiate dai Romani, ricadevano in potere dei Galli. Il suo concetto politico-strategico è limpidamente chiarito dal Mommsen in modo che non si possa meglio. « Ma « Annibale - scrive l'acutissimo critico - non aveva nessuna « intenzione di difendere il Po. Egli conosceva Roma meglio «dei Romani, e sapeva benissimo di essere più debole di loro


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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