Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      cernente una scorreria sulle coste d'Africa; ma un fortunale e 1' inesperienza dei consoli la distrussero per la metà. Meglio andarono le cose di terra per i Romani, che batterono i Cartaginesi sotto Panormo (Palermo), espugnarono Erice. Non rimanevano ai Fenici che Drepano e Lilibeo dei luoghi di Sicilia, e chiesero per la seconda volta pace. Roma rifiutò, ed intraprese per terra e per mare, con una nuova flotta di 200 vele, l'assedio di Lilibeo. Il console Publio Claudio, stanco di rimanere inattivo a serrare il blocco di Lilibeo, volle sorprendere la flotta cartaginese nel porto di Drepano; ma non fece altro che portare a rovina il suo naviglio disfatto dagli avversari nelle acque di quel golfo, ed aprire il blocco di Lilibeo (505 = 249). La seconda squadra della flotta italica, mentre voleva ricongiungersi coi residui della prima, fu impedita nella sua mossa dall'ammiraglio cartaginese Cartolo. Costrette così le navi latine a rifugiarsi nelle inospitali spiagge di Gela e di Camarina, furono distrutte dalle bufere invernali, salvandosi però il carico e gli uomini. La stanchezza e la sfiducia dominavano ornai, tanto in Roma che in Cartagine. Si seguitò per altri sei anni una guerriglia ingloriosa. Amilcare Barcas, cartaginese, rifugiatosi sul monte Pellegrino e sul monte Erice, teneva vivo il fuoco di quella campagna. I Romani non riuscivano a snidarlo; i suoi corsari tormentavano le coste italiche. Uno slancio patriottico dei più doviziosi romani allestì una nuova flotta di 200 navi, che riprese ai Cartaginesi Drepano (Trapani) e Lilibeo, e li sconfìsse presso l'isola Egusa (Favignana) e pose fine alla guerra durata ventitre anni. Si venne alla pace. La Sicilia rimase ai Romani ; Amilcare capitolò e partì coll'onore delle armi. Fu pattuito che uè Cartagine poteva entrare in pratica cogli stati federali di Roma e levarvi soldati, nò questa fare altrettanto coi soci di Cartagine ; la reciproca consegna dei prigionieri ; il pagamento di una contribuzione di guerra per parte di Cartagine.
      Le perdite dei Romani furono immense. « Quattro grandi


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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