Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      lutiLIBRO III - HATRIA SOCIA DI ROMA
      molti Ascolani, furono mandati a colonizzare il paese presso il Silaro, nella Campania, ove fondarono una città che da essi fu detta Picentia.
      Il trionfo concesso ai consoli fa intendere che non dovè trattarsi di piccola guerra. Per aversi il trionfo, non meno di cinquemila nemici dovevano cadere sui campi di battaglia.
      Il Piceno fu solo allora veramente e pienamente sottomesso alla Repubblica. A questo tempo, quindi, si riferisce il passo di Plinio (III, 13) : « CCCLX millia Picentium infidem populi Romani venere..... Quinta regio est Piceni
      uberrimae moltitudinis ». Qui Plinio intende gli uomini atti alla guerra, cittadini delle curie e soldati dai 18 ai 60 anni. Aggiungendo le donne, i fanciulli e gli schiavi, ossia triplicando la cifra di 360 mila, si ha presso a poco la popolazione uberrima dell' antico Piceno, dal Tronto all' Esi.
      A consolidare la conquista, Roma, secondo il suo sistema, si rese amiche e socie le città che non le erano state ostili, e che, per la loro posizione, potevano fortificare il nuovo dominio e fronteggiare il nemico. Tali furono : Ariminum, dichiarata colonia latina nel 486 = 268; Firmimi, nel 490 = 264. La prima ebbe le terre dei Senoni ; la seconda, quelle dei deportati nella valle del Silaro. Però la Repubblica cominciava, nei trattati, ad essere meno larga di concessioni colle nuove città latine. Si attribuisce al tempo dell'entrata di Rimini nella confederazione, la restrizione del dritto di cittadinanza romana, limitato nelle nuove città socie a coloro soltanto che in queste avevano ottenuta la maggiore magistratura.
      Castro. — È incerto se dopo la cacciata dei Senoni, ossia attorno al 471 d. R., o dopo la sottomissione del Piceno, ossia attorno al 486 d. R., sia stata dedotta la 7a colonia marittima, e quindi di pieno dritto romano, in Castro. Tale importante località, che più tardi, per effetto di una nuova colonizzazione, si disse Castrum novum, nell' alto medioevo S. Flaviano, e nel tempo moderno Giulia: nova (in questi


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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