Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      zione fu generale e grave, e toccò coi Pretuzziani il territorio coloniale di Atri, contro cui l'ira di Ascoli aveva cento motivi antichi e recenti per accendersi. Certo si ò che il Senato, a domare il Piceno, mandò tutti e due i consoli e quindi un esercito di oltre 16 mila uomini, nel quale doveva essere largo il contingente atriano. Ascoli, munita com' era dalla natura, oppose ai Romani una forte resistenza ed organizzò la difesa. Ma questa generosa rocca del Piceno, Ascoli la forte, era ornai lasciata sola a difendere l'indipendenza e la libertà del popolo piceno. La federazione era rotta: Atri l'aveva spezzata. Fermo era emula ed ostile; Ancona, indolente e taciturna, forse mantennesi neutrale ; Camerino era stata attratta dai Romani con un foedus san-ctissimum et aequissimum già prima di questo tempo. Ma Ascoli, nella quale rifulse allora e sempre, unicamente nel Piceno, l'atavica virtù sabellica, che aveva prodotto l'eroismo sannitico, si difese imperterrita. Benché abbandonata dalle maggiori sorelle, tenne a bada per due anni i consoli romani. Si venne finalmente a battaglia campale nei pressi della città. Nel fervore della mischia sopravvenne una forte scossa di terremoto, che non è a dire quanto spaventasse i combattenti delle due parti. Il console P. Sempronio fe' allora voto di un sacrario alla Dea Tellure, rincoraggiò i suoi, ed ottenne vittoria. 1 Ascoli venne espugnata. Il collega Appio Claudio attese a soggiogare la parte superiore del Piceno, verso Camerino e verso Ancona. I due consoli romani menarono trionfo dell' impresa picena, riassunta nell' Epitome di Livio laconicamente così : Picentibus vietis pax data (XV). I prigionieri e tutti coloro che era utile allontanare per la quiete del nuovo dominio, e quindi, crederei in prima linea,
      1 Questa è la versione degli annalisti romani ai quali si può anche fare a meno di prestare intera fede. Probabilmente il terremoto e certamente la dea non intervennero nella battaglia, la quale potette anche riuscire ad una vittoria ascolana.
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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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