Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio

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      luti LIBRO III - HATRIA SOCIA DI ROMAtuta ad Eraclea, più che altro, per l'entrata in battaglia degli elefanti, ma con tale mortalità degli avversari che questi l'ebbero come una sconfìtta; onde la vittoria di Pirro rimase proverbiale per i secoli a significare un trionfo avuto a troppo caro prezzo (474 = 280). Dopo vani tentativi di pace, fu ripresa la campagna, e si ebbe per parte di Pirro un'altra vittoria, diciamo così, propria di Pirro, presso Ascoli dell'Apulia nell' anno seguente, finché egli, stanco di tali fortune troppo care che non gli producevano alcun frutto, e della petulanza dei Tarentini che avevano promesso mari e monti senza tener niente, se ne passò a sottomettere la Sicilia (476 = 277).
      Ilatria, in tali frangenti della Repubblica, non solo mandò i suoi contingenti alle legioni che si battevano ad Eraclea e ad Ascoli d'Apulia, ma tenne in rispetto le popolazioni circostanti. Con qual animo esulcerato dovesse stare Ascoli contro Atri e Roma, come frementi dovessero essere i Pre-tuzziani, dopo quanto era loro accaduto, può di leggieri comprendersi. Le forze romano-federali di Hatria li tenevano in freno; ma alla fine Ascoli, d'accordo coli'umbra Sarsina, si levò di nuovo in armi, trascinando alla guerra buona parte del Piceno. I Pretuzziani spodestati dovettero per quanto indeboliti, seguire anch'essi quel movimento; e per tal fatto, alla fine della campagna, Roma stabilì contro di loro una più vicina custodia e repressione nel forte di Castro.
      Né i movimenti d'Ascoli furono leggieri, e forse non favoriti da Fermo, se il Senato mandò quivi il console con l'esercito in armi, a passarvi, sotto le tende, l'inverno tra il 474 ed il 475 d. R. - Floro infatti (I, 19) narra che dopo la presa di Taranto, in Italia si ebbe la pace; se non che rimaneva di continuare a combattere gli alleati dei nemici (nisi quoti nitro persegui socios hostium placuit). Tra questi erano i Picenti, ed Ascoli, capitale di lor gente. Costoro, al dire di Eutropio (II, 16), si erano sollevati ad aperta guerra (Picentes bcttwn commovere) durante il consolato di C. Fabio Pittore e di Q. Ogulnio, ossia nel 485 d. R. = 269 a. C. La solleva-


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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911 pagine 324

   

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