Hatria = Atri di Dr. Luigi Sorricchio
CAPITOLO III.
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della sovranità e dell'autonomia, dovette aversi in Hatria nel periodo culminante della sua floridezza : assolutamente, quindi, prima della conquista di Roma, colla cui fusione num-maria io non so riscontrare alcuna analogia. Ripugna alla mia mente, come un concetto anti-storico ed anti-giuridico, che avesse potuto iniziarsi un atto di sovranità, quale l'emissione della moneta, da un popolo, dopo che, sia pure colle forme più larvate della politica romana, questo aveva perduta la sua indipendenza.
Le monete di Hatria furono da prima ritenute le più pesanti e le più antiche d'Italia: poi furono riabbassate di data. Dal Mazzocchi, 1 che si congratulava cogli Atriani perchè le loro monete sorpassavano i tempi italici, si scende al Mommsen che le vuole del v secolo di Roma, dopo l'unione con Roma. Ma io credo che in questa, come in tutte le cose, la verità stia nel mezzo. E perfettamente ignoto quando e da qual popolo cominciasse a determinarsi il peso, a librarsi, la moneta di bronzo che si disse appunto aes librale. Si ha per congettura che in Roma avesse principio al tempo dei Decemviri, ossia tra il 303 ed il 305 di Roma — 451-49 a. C. In questo tempo Hatria era fiorente di popolo e di commercio, in comunicazione coll'Ellade e colle elleniche colonie, in contatto diretto colla loro civiltà. Doveva quindi avere sostituito il primitivo scambio dei capi di bestiame (pecunia da pecus), ed avere trasformato il bronzo rozzo nel bel numisma discoide, come intermediario nelle contrattazioni pubbliche e private, imprimendovi i segni della schiatta e della sovranità.
I numismi atriani appartengono alla così detta serie librale fusa, che ha per unità l'oncia. Dieci o dodici once formano il multiplo maggiore della moneta, che è l'asse. Molto si è discusso e si discute sulla divisione dell'asse, se, cioè, essa va fatta in dieci o in dodici parti. Principalmente questa discussione si fa a proposito della serie di Hatria, che
1 Covim. alle tavole d'Eraclea. Napoli, 1755.
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Hatria = Atri
di Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma
1911
pagine 324 |
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Pagina (42/332)
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