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Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna - Volume II

Gaetano Gaspari
Libreria Romagnoli Dall'Acqua, 1890, pagine 593

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   MUSICA RELIGIOSA
   473
   La poesia di queste canzoni così comincia:
   1. Ahi, che questi occhi miei.
   2. Da così dotta man sei stato fatto.
   3. Jesu rex admirabiìis.
   4. Tua Jesu dilectio.
   5. Jesu flos matris virginis.
   0. Yedrassi prima senza luce il, sole. 7. Pose un gran foco nel mio petto amore.
   Palestrina (Da) Gio. Pier I>iuig;i. Liber Primus Joannis Petraloisii Praenestini Mottettorum. Quae Partim Quinis, Partim Senis, Partim Septenis Vocibus, Conci-nantur. - Romae. Apud haeredes Yalerij, & Aloisii Doricorum. 1569. De licentia siiperiorum. - in 4°. Cantus, Tenor, Altus, Bassus, Quintus, et Sextus. In tut4o opuscoli sei.
   La dedicatoria a tergo del frontispizio ha il seguente indirizzo : illustri principi, liippolilo Esten. S. n. E. Pirsbytero Cardinali Ferrariensi Joannes l'elruloisius Praeneslinus s. D. La data nel fine è questa: Romae Nonis Mai. ir,09.
   Non si trascrive questa lettera d' intitolazione, poi-' clic può vedersi cementata nel Baini, toni. I, pag. 350 e segg.
   Noteremo soltanto che 1' edizione qui citata è delle più belle che esistono in forma di quarto delle opere del Palestrina.
   ---- Motecta Festorum totius anni cum
   Communi Sanctorum Jo: Petri Aloisii Praenestini Chori Sancte Mariae Maioris in Yrbe Maestri. Quaternis vocibus. Liber Primus. - Venetijs Apud Filios Antonij Gardani. 1571. - in 4° oblungo. Cantor, Tenor, Altus, et Bassus. in tutto opuscoli quattro.
   L' opera è indirizzata come segue:
   Ad Rodolplnnn Pinm Cdrpensem. s. Rom. E. Cardi-nalem Ostienseìii et Amplissiìiii Ordinis hecanum. Joannes, Petrus Aloysius praenestinus.
   v. Tra i molti Maestri di Musica Oltramontani, che piantarono Schole di Musica in Italia, & in Roma (come quei che furono i primi r possedere il Canto, e modulatone harutonica figurata) vi fu Gaudio Meli fiandre, huomo di gran talento, e di stile molto culto, e dolce il qual piantò in Roma vna nobile, & eccellente Schola di Musica, da cui ne scaturirono diuersi ruscelli di virtù, mà il torrente principale e maggiore che assorbì, e disperse tutti gl'altri riuoli fu Gio. Pier Luigi Pelestrina, il quale (fatto nascere dai grand' Iddio. comò piamente si può credere à quest'effetto) auanzando à gran passi non solo tutti i suoi Condiscepoli, ma il proprio Maestro, s'elesse da sò, spinto dal proprio gusto, e dal dono di Dio, vno stile di modulatione harmonica così vago, così- nobile, cosi erudito, così facile, così sodisfa-ce.iole al Musico, & all'Idiota, che con vna sua Messa.....>».
   Ciò si legge a car. 22 della Lettera più volte citata d' Antimo Liberati ad Ovidio Persapegi.
   --JohannÌ8 Petraloysii Praenestini Motet-
   torum quae partim Quinis, partim senis, partim octonis vocibus concinuntur, Liber Secundus Nunc primum in lucem aeditus. Cum Privilegio. - Venetiis, apud Hieronymum Scotum. 1572. - in 4°.
   Cantus, Altus, Bassus, Quintus, et Sextus In tutto opuscoli cinque mancanti della parte del Tenore. (Eccone la dedicatoria):
   « Illustriss.ino et Excellentiss.mo Principi Gulielmo Mantuae Ducis et cet. Johannes Petraloysius praenestinus S. D.
   « Saepe & multum hoc mecum cogitavi Princeps Ex-cellentissime, quanam ratione omnia, quae in te summa, ac singularia studia debeo, in universi terrarum orbis lucem, conspectumque proferrem ; idque eo maiori cura, diligentiaque, quod tanta sunt tua in me beneficia, ut, Risi quantum effi-cere & consequi possum id enitar; ab ingenti ingrati animi crimine nullo modo liberari me posse intelligam. Quapropter haec tuo nomini consecro munuscula, in quibus interpositas quoque fratris, liberorumque meorum primitias non negliges delibare, ut tibi non me unum duntaxat, verùm etiam domum omnem meain plurimum debere non obscure cognoscas. Atque eo maiorem laetitiam et voìuptatem percipio, quod has ilio dedicem cantiones, qui in liac re, ut in ceteris omnibnj a&ibus principe homine dignis, maxime excellitt ut quicquid leporis, gratiae, ac venu-statis, apud hominum aures habiturae sint, id totum a te oirmes ortum, profectumque esse certo sciant. Vale ».
   Il Bainl nel tom. II, pag. 11, incorse in molti abbagli parlando di quest' opera, e ciò per non aver veduta la presente edizione. Primieramente egli suppose che fosse pubblicata la prima volta pelle stampe di Roma, laddove tutto concorre a farci credere originale questa impressione veneta dello Scotto; cosicché dicendo egli d'averne veduta una ristampa del medesimo Scotto e dello stesso anno 1572 senza dedicatoria, si può arguire o che alcuni esemplari abbiano quella lettera d'intitolazione al Duca Guglielmo, ed altri ne siano senza, ovvero che lo Scotto ne facesse in quell'anno due edizioni.
   Suppone il Baini che il Pierluigi dedicasse questo secondo libro di Mottetti al Card. Ippolito d'Este, e invece abbiam visto l'indirizzo e l'offerta dell' autore al Duca di Mantova.
   Apprendiamo inoltre che non tutti e tre i Pierluigi di cui Giovanni inserì Mottetti in questo libro furono suoi figliuoli; ma 1' un d' essi eragli fratello. Se tali componimenti vennero nell'edizione inseriti coli' ordine enunciato nella dedicatoria, potrebbe ritenersi che il primo che vi si vede di Angelo Pierluigi fosse parto del fratello e che i figli di Giovanni fossero Siila e. Rodolfo. Comunque sia, apprendiamo che un di questi tre era fratello del nostro Giovanni, e conseguentemente che non quattro ina tre furono i di lui figli. Veggasi il Baini tom. I, pag. 37, 38 e 3!\ dove è da correggere inoltre 1' asserzione che d'Angelo Pierluigi v'abbiano in quest'opera duo Mottetti, cioè il Circuire possum domine, e in liac crure te inventi; imperocché gli è un solo Mottetto diviso in due parti, come lo indica il Secunda pars impresso in capo alle parole in liac cruce, e come ancora si comprende dalla collegazione dei periodi.
   I Mottetti di Siila sono: Domine pater et Deus vilae meae, e Nunc dimittis scrvum tuum Domine. Di Rodolfo Pierluigi v'ha il solo Mottetto: confitebor tibi Domine.
   Finalmente è da riporsi fra i benefattori del nostr > Giovanni il Duca Guglielmo di Mantova, come abbiam veduto nella dedicatoria di quest'opera; nel qual proposito peraltro ci si ufl'acciujuna riflessione, ed è questa, cioè d' essere, diffìcile a spiegarsi come il Palestrina fosse sempre in istret-tezza di fortune, mentre ad ogni tratto egli