MI/SICA R ELIGIOSA
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Phaeum Àndreae Filij. 1663. A spese di Gio. Battista Caifabri, all'insegna dell' Imperatore, e Croce di Genoua in Parione oiie si vendono. - in 4.° Cantus, Altus, Tenor, Bassus primi cliori; Cantus, Altus, Tenor, Bassus secundi chori, et Organum. In tutto opuscoli nove.
Il Foggia intitoḷ queste inesse: Eminentiss.mo et Rev.mo Principi, ac Domino Francisco Barberino S. R. E. cardinali Amplissimo, acvicecancella-rio. - Sul fine della dedicatoria coś s' esprime :
« . . . . sed me totum laboresque meos, tibi omni-» que Barberinae Genti trado ; Dum familiae » meae Parentes ceu flumina ad mare ad eiusdem » Praecellentissimae Domus obsequium, humile » direxerunt iter : Paulusque Augustinus socrus » ac Praeceptor meus, Divi l'etri (te eiusdem » Templi Archipresbitero) Musicae Moderator » extitit ».
Veggasi il Baini Tom. II, pag. 45, nota 480.
In fine havvi l'indice seguente :
Missa, detta Corrente, a 4.
Missa, detta Venite Gentes. a 4.
Missa, Sine Nomine, a 5.
Missa, detta la Battaglia, a 5.
Missa, detta Tre Pastorelli, a 5.
Missa, 0 quam Gloriosuin est. a 8.
Missa, Iste est Joannes. a 8.
Missa, Tu es Petrus, a 9.
Foggia Francesco, romano. Messe a Tre, Quattro, e Cinque Voci. Di Francesco Foggia Romano. Maestro di Cappella dell' insigne Basilica in S. Lorenzo, e Damaso. Opera Decimaquinta. Dedicata all' Eminentissimo Prencipe il jSig. Cardinale Landgravio d' Hassia vescovo d' Yratislavia etc. - In Roma. Nella Stamperia di Gio: Angelo Mutij. 1672. A spese di Federico Franzini Li-braro all' Insegna della Fonte. - in 4.° (Nella seconda carta trovasi impresso quanto segue) :
Eminentissimo Prencipe
Nel presentare al merito incomparabile dell'Eminenza vostra questi miei componimenti musicali, non tanto ḥ preteso di far noto al mondo il mio particolar debito, et ossequio, mentre ḥ meritato di seruire 1' Eminenza Vostra nelle Chiese de' suoi titoli ; ma ancora di rinouare la memoria dell'antica seruitù hauuta con l'Altezza Serenissima di Lodovico suo gloriosissimo Padre quando nell'età mia giouenile hebbi fortuna di seruire la fol. mem. del Serenissimo Prencipe Ferdinando Elettor di Colonia. Con questo doppio titolo d' obligatione, e di seruitù spero, che debba esser scusata la mia temerità nel comparire auanti ad vn Prencipe di tanto inerito con vn dono ś tenue ; et insieme ammirato 1' affetto d'vna sincera obligatione. Supplico pertanto l'innata benignità sua a riceuer cị con altrettanto gradimento con quanta deuotione, et huiniltà lo presento.
Roma li 16 Aprile 1672.
Di Vostra Eminenza
Deuotissimo, et obligatissimo seruidore FRANCESCO FOGGIA.
A tergo poi della dedicatoria:
« L' Opera al Lettore.
» Eccomi alla luce delle stampe amico Lettore; ne per altro gemei poc' anzi sotto il Torchio , - che per comparire oggetto di tue saggio pupille. S' io sia ansiosa di sodisfarti, e compiacerti, ben scorgere lo potrai da quei sospiri, eli' ḥ sparsi à cento, a cento in queste carte. Non m'̣ nuouo, ch'hoggi d́ ad altro non serue il foglio diretto al Lettore, che per annidare sotto il verde di poche frasi ǵ' angui de' liuori, il veleno dell'odio, e dell'in-uidia; è peṛ questo vn coś detestabile abuso, eh' obliga a condannare cominanemente la critica della maledicenza, per vna giouanile carriera mossa dalla souerchia ambitione di coloro che con quel microscopio riguardano li proprij parti, il di cui cristallo lauorato dalla propria passione fà che le loro farfalle le paiono Aquile, et ogni punto vn' Olimpo. Trauedono peṛ ; poiché chi sprezza 1' opre altrui acciecato dalla gran stima delle proprie, è come quel tale, che scorgendo da lontano vn gran fumo lo giudica effetto dell'Ethna, ̣ dell'Vesuuio, mà poi coli'auuicinarsi si disinganna, e conosce essere stato fuoco di poca paglia. Per ben giudicare quanto pesino i sudori de ǵ' altri, e d' vopo, il deporre la grande stima de' proprij, oltre, che si rende fauola del volgo, chi altrettanto si stima , quanto da ǵ' altri è poco apprezzato; ond'io per non incorrere questa taccia, taccio, e senza dirti eli' in me ritrouarai soggetti varij, inuentioni pellegrine, modulationi diuerse, contraponti doppij, riuolti canoni, legature d' ogni sorte, e studio profondo, ti prego à leggere, osseruarmi, riflettermi, e compatirmi. Viui felice ».
Questo bizzarro discorso potrebbe far sospettare che qualche giovane compositore per innalzar se stesso denigrasse la fama del Foggia.
^Foggia Francesco, romano. Messe a Tre, Quattro, e Cinque voci, del Signor Francesco Foggia Maestro di Cappella nell'insigne Basilica di S. Lorenzo, e Darnaso. Dedicate al Signor Antonio Foggia Maestro di Cappella in S. Girolamo della Carità. - In Roma, nella stamperia di Gio: Angelo Mutij. L'Anno del Giubileo 1675. - in 4°.
Il Gaspari potè verificare che questa pubblicazione fu fatta da Gio. Battista Caifabri, del quale è la dedicatoria ad Antonio Foggia, figlio di Francesco. Cominciano le presenti messe con quella d' Antonio predetto che è per canto, alto e tenore, coli' organo.
- Otfertoria quaternis, quinis, senis, octo-
nisque vocibus cum Organo, vel sine Organo Concinenda, Quae in Solemnita-tatibus pṛ Communibus Sanctorum decantari solent. Auctore Francisco Foggia Romano. In Sacrosancta Basilica S. Mariae Maioris Musices Magistro. Opus XVIII. - Romae, Typis Mascardi. 1681.- in 4.° Cantus Primus (A), Altus (D.), Tenor (G.), Bassus (K.), Cantus se-cundus (N.), et Organum (A.). In tutto opuscoli sei.
La seconda carta di quest' opera racchiude oltre la dedicatoria del Foggia a Pietro Filippo Hernino Canonico e Prefetto della Musica nella Basilica