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Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna - Volume I

Gaetano Gaspari
Libreria Romagnoli Dall'Acqua, 1890, pagine 417

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   TEORICA
   r> D. Lorenzo l'erti nuli lia notato questi errori per » uendetta del li termini usati dal Sig. Mauritio » nelle compositioni appropiatesi che erano del » Perti detto; ma solo per desiderio che ha al con-» seguimento della perfettione di questa Scienza, » e per 1' affetto che porta alla sua Patria che » qual Logica del^ mondo in ogni disciplina di-» slinquit uerum à falso, e non hebbe pensiero di » disgustar alcuno de' suoi superiori per ima-» ginatione. »
   Il Dialogo è un ammasso di grossolane villanie scagliate contro il Cazzati, e la Lettera del l'erti è. una sposizione degli errori trovati nel primo Kirie della Messa a 5. da Cappella stampata nell'Opera XVII. del Cazzati. Un'altra copia, antica essa pure ed alquanto diversa dalla presente, si trova in un manoscritto Martiniano.
   Art usi Gio. Maria. Discorso Secondo Musicale di Antonio Braccìno da Todi Per la dichiaratone della lettera posta ne' Scherzi Musicali del Sig. Claudio Mon-teuerde. In Venetia, appresso Giacomo Vincenti, 1608, in 4.
   L'origine della polemica passata fra l'Allusi e il Monteverdi si apprende dallo squarcio a pag. 6 del precitato Discorso.
   Gio. Maria Artusi attaccò il Monteverdi per la sua nuova maniera di comporre nelle Imperfettioni della moderna musica, Ragionarne)!lo seconda. 11 buon Claudio tardò gran pezza se non a risentirsene, almeno a dimostrarlo colle stampe: ma lilialmente die pur fuori una breve lettera nel Quinto Libro de' suoi Madrigali a 5 voci che in qualche guisa giustificava le sue innovazioni, dall' Artusi oppugnate già tanto tempo addietro. Tornò in campo di nuovo l'Artusi sforzandosi di far comparir quella Lettera del Monteverdi pollina chimera e per una sanità in un Discorso da lui dato alle stampe. Noi non abbinili mai veduto tale scritto dell'Artusi; ma è indubbia la sua esistenza, così trovandosi net bel principio della Dichiarazione della Lettera ecc. pubblicata dal fratello di Claudio Monteverdi nel line degli scherzi musicali a 3 voci d'esso Claudio. La predetta Dichiarazione fu appunto pubblicata per ribattere il Discorso che Artusi die a stampa col tinto nome d'Antonio Braccìno. E con questo medesimo nome comparve poscia il Discorso Secondo qui citato, che in sostanza altro non è che una risposta, o critica che dir si voglia, alla Dichiara tione di Giulio Cesare Monteverdi. L'opuscolo qui descritto è di otto sole carte.
   Dalla penna di questo autore uscirono due scritti mordaci, l'uno contro il Dialogo, l'altro contro il Discorso di Vincenzo Galilei che a quanto pare videro la luce per le stampe, ma che nessuno finora conobbe e rimarrebbero pur anche ignorati se. per caso non ne trovavo una minuta descrizione a pag. 11!) dell'inedita Aletelogia o Lettera apologetica del cav. Ercole Bottrigari in risposta agli attacchi scagliatigli da Gio. Maria Artusi nelle sue Considerazioni musicali. Di questi duo scritti darò contezza servendomi letteralmente delle parole del Bottiigari che prendo a riferire alquanto di lontano dal presente proposito per renderne più chiara l'intelligenza. Ecco il brano in discorso : « liora non parendo a questo l'SARTl (Artusi), Aristarco moderno di auere intieramente sodisfatto a se stesso, alla insita sua malignità, riepiloga il già calunniosamente detto con nuove maledicentie nella seguente 15' sua inconsiderazione, alla quale Ei dà questo principio : « Et perche panni liormai tempo di dar fine a questo libro di Consideratiti ne. sarà questa
   V niiima. nella quale raccogliendo alcune cose eh' sj)/-o/iositi ragionerò!mente si possono aildi-mandare. le andrò toccando, non tulle, uni quelle che mi paiono al proposito per il Lettore auucr-l'to. volendo di poi r in altare la penna altroue. in queste bagatelle sforzi'lamente occupala. » Haurèi certamente creduto ch'egli hauesse fatto meglio et con maggior sua riputatone a non hauere scritto quel tutto ch'egli ha sin ad liora scritto e publicato por le stampe; imperocliè egli liauendo creduto di acquistarsi honore scriuendo e publi-cando i suoi scritti, ha perduto all'atto quella stima e presuntone del suo sapere, nella (pialo altri facilmente liaurebbe potuto lui tenere. El maggiormente clic egli stesso a ciò dà nome di Pagateli e ; nelle quali dice di liane,- /cauto sfar-zalamente la poma occupata. Ma chi fatto a lui ha questa l'orza, questa violenza ( Non altri veramente che la sua propria e naturale complessione maledica e maligna che del continuo gl'inquieta e perturba lo animo, non li concedendo riposo se non quanto egli o con fatti o con detti disturba et molesta chi del riposo et della quiete-si compiace. E come credete voi, benigni e sinceri Lettori, ( he sia poi questo moderno Aristarco per uolger la sua penna, che occupata liora in queste malediche Pagatene dice di volere riuoltare altroue? Non altroue v' imaginasto che in qualche scrittura simile ad una sua lettera titolata apologetica del Burla. Academico Burlesco al lì. D. Vincenlio Spada da Faenza. Onero ad un' altra sua operetta con non breue iscrittone, et con chiosa assai ben lunga tale : « Giudicio musicale del Sig. Cabalao nobile di l'acce la, Academico infarinato, intorno alle Differenze nate fra il dottissimo Zarlino et il sig. Dottore Vincenzo Galilei nobile Fiorentino, Mathematica. Musico teorico pratico, som t ire di Lento, et Mastro da Scola: nel quale si sruoprono inulte impertinenze, sogni, chimere musicali, delle neI Discorso 'id tintamente dato in luce. » Et la lettera precedente a questo Giudicio dirizzata ad esso Galilei» sotto la data del di 8 di Aprile 1 :>!>() comincia così : « Poiché non scie restalo sodisfalla della Corretlione falla al vostro non rostro Dialogo della Musica antica et mode, na, ma molla jiiù pertinace sete -uscito ¦nella scena con tanti spropositi, sogni, chimere et fantasmi di prima in forma di nuovo Gratiano, et andate cercando che mondo con nuoue impertinenze vi scuopra a fatto a fatto pei- ignorante, ostinalo e malilioso, con contento, eie. » Le parole poi del line di osso Giudicio intitolato cosi : « Trattato apolo-ae'.ico in difesa dell'opere del lì.do zarlino da Jhioggia » il quale comincia «Mentre che questi Signori Acade,nici erano regimati per alcuni affari, etc. sono queste : «. L'Arte adunque ha imparato dalla yalnra et ha quella per duce iu tutte le sue operationi, et non ha la yalnra l'Arie. F.l è somma jiazziaìa vostra, Sig. Dottore, il dire et lo credere al contrario. » Kt il principio di essa Lettera apologetica è questo « che domine è quello che costi di voi si sente i che hauete roi fallo ? un bisbi'/lio, un fracasso. i'n /•amore tanto grand<\ che m'ha per amor rostro hormai lenalo il cervella da luoco a luoco, eie. » Il line poi di quella è tale: « Imitate ìielP opre vostre Adriano, Cipriano, il Merlilo. il Porla che sono autori della buona scola appi-abati, lasciale le bagattelle d'alcuni Moderni, et attaccatati a 'n stile che sia purgato, che a guisa di un Ci-eerone, d'ini Tito Liuto, d'un altro cesare vi acquistarete un credit ) incredibile ; ma fra tanto che stale, ini tolto -nell' ignoranza, el che ve ne riuete senza pensiero di passal e più oltre nella intelligenza delle cose, credete a me che gitale il tempo a pigliai- cocodrilli ; et assicuratoi che a pena hanno le vostre labbra tocco le acque ilei fonte di Parnaso, llorsu. vi lascio a Dio. 'jet la nostra Cancelleria, il 14 Gennaio l'i SS, »