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bùi, nè da sè mi vedrà diviso umiltade, nè fedele servire stanco giammai. Ed acciocché l'opera sia verissimo testimonio alle parole, ricordandomi che già, ne' dì più felici che lunghi, io vi sentii vaga d'udire, e talvolta di leggere una ed altra storia, e massimamente le amorose, siccome quella che tutta ardevate nel fuoco, nel quale io ardo; e questo forse facevate, acciocché i tediosi tempi con ozio non fossono cagione di pensieri più nocevoli; come volonteroso servidore, il quale fiori solamente il comandamento aspetta del suo maggiore, ma quello, operando quelle cose che piacciano, previene; trovata una antichissima storia, e al più delle genti non manifesta, bella sì per la materia, della quale parla, che è d'amore, e sì per coloro, de' quali dice che nobili giovani furono e di real sangue discesi, in latino volgare, acciocché più dilettasse, e massimamente a voi, che già con sommo titolo le mie rime esaltaste, con quella sollecitudine che conceduta mi fu dagli altri più gravi libri, desiderando di piacervi, ho ridotta. E ch'ella da me per voi sia compilata, due cose fra le altre il manifestano. L'una si è che, ciò che sotto il nome dell'uno de' due amanti e della giovine amata si conta essere stato, ricordandovi bene, e io a voi di me, e voi a me di voi, se non mentiste, potrete conoscere essere stato fatto, e detto in parte. Quale de' due si sia non discopro, chè so che ve ne avvedrete. Se forse alcune cose soperchie vi fossero, il voler bene coprire ciò che non è onesto manifestare da noi due infuori, e '1 volere la storia seguire, ne sono cagione : ed oltre a ciò dovete sapere il bomero aiutato da molti ingegni fender la terra. Potrete adunque qual fosse innanzi, e quale sin stata poi la vita mia, che più non mi voleste per vostro, discernere. L'altra si è il non aver cessata nè storia, nè favola, nè chiuso parlare in altra guisa; conciossiacosaché le donne siccome poco intendenti ne sogliono essere schife: ma perocché per intelletto e notizia delle cose predette voi dalla turba dell'altre separata conosco, libero mi concessi il porle a mio piacere; e acciocché l'opera, la quale alquanto par lunga, non sia prima rincresciuta che letta, desiderando di disporre con affezione la vostra mente a vederla, se le già
(!) l'aria della Testi le.