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e della pazzia d'essi medesimi, i quali, siccome in cosa stabile, le loro speranze in esse fermano; e di quinci alle perpetue cose della natura venimmo, e al maraviglioso ordine e laudevole di quelle, tanto meno da tutti con ammirazion riguardate, quanto più tra noi, senza considerarle, le veggiamo usilate: e da queste passammo alle divine, delle quali appena le particelle estreme si possono da' più sublimi ingegni comprendere, tanto d'eccellenza trapassano gl'intelletti de' mortali: e intorno a così alti e così eccelsi e cosi nobili ragionamenti il rimanente di quel dì consumammo, da' quali la sopravve-gnente notte ci costrinse a rimanere a quella volta. E quasi da divino cibo pasciuto, levatomi, e ogni mia passata noia avendo cacciata, e quasi dimenticata, consolato, alla mia usi-tata camera mi ridussi: e poiché l'usitato cibo assai sobriamente ebbi preso, non potendo la dolcezza de' passati ragionamenti dimenticare, grandissima parte di quella notte, non senza incomparabil piacere, tutti meco ripetendoli, trapassai; e dopo lungo andare, vincendo la naturale opportunità il mio piacere, soavemente m'addormentai.
Dico che, per la mia disavventura, non sono molti mesi passati, che io con uno, al quale tu (') fosti già vicino e parente, di cui esprimere il nome or non bisogna, in ragionare di varie cose entrai: e mentre che noi così ragionando andavamo, accadde, come talvolta avviene, che l'uomo d'un ragionamento satta in un altro, che noi, il primo lasciato, in sul ragionare delle belle donne venimmo; e prima avendo molte cose dette delle antiche, quale in magnanimità, quale in castità, quale in corporal fortezza lodando, condiscendemmo alle moderne : fra le quali il numero trovandone piccolissimo da commendare, pure esso, che in questa parte il ragionar prese, alcune ne nominò della nostra città, e tra l'altre nominò quella, che già fu tua, la quale io nel vero non conosceva ; così non l'avessi io mai conosciuta poi ! e di lei, non so da che affezione mosso, cominciò a dire mirabili cose ; affermando che in magnifìcenzia mai non era stata alcuna sua pari, e oltre al naturale delle femmine, lei s'ingegnava di mostrare essere
(!> Il Boccaccio parla, in sogno, all'ombra del marito della donna della quale s'era innamorato.