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pere. Maravigliosa cosa ad udire! colui che mai più alcuna veduta no n'avea, non curatosi dei palagi, non del bue, non del cavallo, non dell'asino, non de' danari, nè d'altra cosa che veduta avesse, subitamente disse: Padre mio, io vi priego che voi facciate che io abbia una di quelle pàpere. Oimè, figliuol mio, disse il padre, taci : elle son mala cosa. A cui il giovane domandando disse: 0, son così fatte le male cose? Sì. disse il padre. Et egli allora disf-e: lo non so che voi vi dite, nè perchè queste sien mala cosa: quanto è a me. no n'è ancora parata vedere alcuna così bella nè così piacevole, come queste sono. Elle son più belle che gli agnoli dipinti che voi m'avete più volte mostrati. Deh! se vi cai di me, fate che noi ce ne meniamo una colà su di queste pàpere, et io le darò beccare. Disse il padre: Io non voglio; tu non sai donde elle s'imbec cano: e sentì incontanente più aver di forza la natura che il suo ingegno; e pentessi d'averlo menato a Firenze. Ma avere inlìno a qui detto della presente novella voglio che mi basti,, et a coloro rivolgermi alli quali l'ho raccontata.
Dicono adunque alquanti de' miei riprensori che io fo male, o giovani donne, troppo ingegnandomi di piacervi, e che voi troppo piacete a me. Le quali cose io apertissimamente confesso, cioè che voi mi piacete, e che io m'ingegno di piacere a voi : e domandogli se di questo essi si maravigliano, riguardando, lasciamo stare l'aver conosciuti gli amorosi basciari et i piacevoli abbracciari et i eongiugnimenli dilettevoli che di voi, dolcissime donne, sovente si prendono; ma solamente ad aver veduto e veder continuamente gli ornati costumi e la vaga bellezza e l'ornata leggiadrìa, et oltre a ciò la vostra donnesca onestà, quando colui che nudrito, allevato, accresciuto sopra un monte salva-tico e solitario, infra li termini di una piccola cella, senza altra compagnia che del padre, come vi vide, sole da lui desiderate foste, sole addomandate, sole con l'atfezion seguitate. Ripren-derannomi, morderannomi, lacerrannomi costoro, se io, il corpo del quale il Ciel produsse tutto atto ad amarvi, et io dalla mia puerizia l'anima vi disposi, sentendo la virtù della luce degli occhi vostri, la soavità delle parole melliflue e la liamma accesa da' pietosi sospiri, se voi mi piacete, o se io di piacervi m'ingegno, e spezialmente guardando che voi prima che altro piaceste ad un romitello. ad un giovinetto senza sentimento, anzi ad uno animai salvatico? Per certo chi non v'ama, e da voi non disidera d'essere amato, sì come persona che i piaceri