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petto disarmato, alquanto, com'ella volle, toccai. Elli tremava tutto, mostrando paurosi segnali della vicina morte, e con moti disordinati faceva muovere ciascuna vena. Ma poi che io col proprio caldo della mia mano il petto freddissimo tepefeci, manifestamente sentii li smarriti spiriti ritornare, ed i morti risuscitare, ed il cuore rendere a ciascuna vena il sangue suo; onde vedendo che '1 mio argomento traeva al fine desiderato, dissi: Dea, confortati ; la smarrita e non perita vita ritorna in costui, il cui spirito, ove che elli sia, rivocheremo con le nostre forze a' tuoi servigi. E perseverando, lo tenni tanto, che quello riscaldato, al pallido viso conobbi alcuno colore, ma poco ancora, e i membri cominciarono con molto debole moto a muoversi, non altrimenti tremanti, che le piane acque nella sommità mosse da pochi venti. E già la vita lontanata da lui. appena sostenendosi, si levò a sedere cotale ne' modi e nello aspetto, quale colui apparve tra ' monti Tessalici al non degno figliuolo di Pompeio, rivocato per li versi di Eritto da' fiumi stigi; ed una dolorosa voce mandata fuori, se non che io il sostenni, saria caduto. Egli, vedendo con gli occhi stati per lungo spazio nelle oscurità di Dite nascosi, la pietosa Dea nel suo conspetto, appena lei sostenne di riguardare; ma vergognoso con atti umillimi. sanza voce, però che ancora avere non la potea, dell'abbandonata milizia cercava perdono. La qual cosa vedendo la Dea. contenta si dirizzò in piede, e beni vola a'suoi falli promise perdono; il quale, quando poi con più aperta voce il domandò, pietosa concesse; ammonendolo che più nell'usato fallo non ricadesse, se non per quanto li fosser più care le tenebre di Acheronte, che la chiara luce de' regni suoi. Ed oltre a ciò gli comandò, in luogo di ammenda del commesso peccato, che me sempre, come cagione della sua vita, seguisse ed onorasse con sommo studio, e con viso pieno di letizia a' miei benefìcii il raccomandò caramente. E questo detto, lasciando il luogo dipinto di maravigliosa luce, flagrante di preziosissimi odori, fendendo l'aere, subita ricercò il cielo. Ma io quivi sola con costui già caldissimo in cotal guisa rimasa, contenta del dono a mé dagli Iddii conceduto, lui già liberamente e sicuro parlante, della sua nazione, e del nome, e de' suoi avvenimenti il domandai, acciocché chi mi fosse stato donato mi fosse chiaro.
Il quale così rispose alle mie boci : Bellissima giovane, sola della mia vita rimedio e sostegno, sopra Xanto bellissimo fiume.