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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Chi crederebbe possibile, amorose donne, tanta tristizia nel petto d'una giovane capere, che niuna cosa fosse, la quale, non solamente non rallegrar la potesse, ma eziandio che cagione di maggior doglia le tosse continuo? Certo egli pare incredibile a tutti, ma non a me misera, come a colei, che a prova sente, e conosce ciò esser vero. Egli avveniva spesse volte che, essendo, siccome la stagion richiedeva, il tempo caldissimo, molte altre donne ed io, acciocché più agevolmente quello trapassassimo, sopra velocissima barca, armata di molti remi, solcando le marine onde, cantando e sonando, i remoti •scogli, e le caverne nei monti dalla natura medesima fatte, essendo esse e per ombra e per venti freschissime, cercavamo. Oimé ! che questi erano al corporal caldo sommissimi rimedi a me offerti, ma al fuoco dell'anima, per tutto questo, niuno alleggiamento non era prestato, anzi piuttosto tolto; perché, cessati i calori esteriori, i quali senza dubbio a' delicati corpi sono tediosi, incontanente più ampio luogo si dava agli amorosi pensieri, i quali non solamente materia sostentante le fiamme di Venere sono, ma aumentante, se ben si mira. Venute adunque ne' luoghi da noi cercati, e presi per li nostri diletti ampissimi luoghi, secondo che '1 nostro appetito richiedeva, or qua ed or là. or questa brigata di donne e di giovani, ed or quell'altra, delle quali ogni picciolo scoglietto. o lito, solo che d'alcuna ombra di monte da' solari raggi difeso fosse, erano piene, veggendo andavamo. Oh quanto e quale è questo diletto grande alle sane menti ! Quivi si vedevano in molte parti le mense candidissime poste, e di cari ornamenti sì belle, che solo il riguardare aveva forza d'invogliar l'appetito in qualunque più fosse stato svogliato ; ed in altra parte, già richiedendolo l'ora, si discernevano alcuni prender lietamente i mattutini cibi, de' quali e noi, e quale altro passava, con allegra voce alle loro letizie eravamo convitati. Ma poiché noi medesimi avevamo, siccome gli altri, mangiato con grandissima ¦festa, e dopo le levate mense più giri dati in liete danze, al modo usato, risalite sopra le barche, subitamente or qua ed or colà n'andavamo, ed in alcuna parte cosa carissima agli occhi de' giovani n'appariva, ciò era vaghissime giovani in giubbe di zendado spogliate, scalze ed isbracciate nell'acque andanti, e dalle dure pietre levanti le marine conche, ed a cotale ufficio abbassandosi, sovente le nascose delizie dell'ube-rifero petto mostravano : ed in alcuna altra, con più ingegno,