— 3 io —
è tale quale il ti diè la fortuna: almeno di te medesimo rincresca più che di me o di lui, il quale, se i tuoi sembianti in prima, e poi le tue parole non mi hanno ingannata, più morto che vivo ti se' mostrato, quale ora per accidente senza vedermi hai trapassata : ed ora in tanta lunga dimora, chente richiede la mal venuta pietà, senza vedermi ti credi poter dimorare? Deh, per Dio, attentamente riguarda, e vedi te possibile la morte ricevere, se per lungo dolore avviene che l'uomo si muoia, siccome io intendo per altri, da questa andata, la quale, che a te sia durissima, le tue lagrime, e del tuo cuore il movimento, il quale nell'ansio petto senza ordine bàtterti sento, dimostrano ; e se morte non te ne segue, vita peggiore che morte non te ne falla. Oimè ! che l'innamorato mio cuore insieme dalla pietà che a me medesima porto, e da quella che per te sento, è ad un'ora costretto; perchè io ti prego che tu sì sciocco non sii che, movendoti a pietà d'alcuna persona, e sia chi vuoi, voglia te a grave pericolo di te medesimo sottoporre. Pensa che chi sè non ama, al mondo niuna cosa possiede. Tuo padre, di cui tu sei ora pietoso, non ti diede al mondo perchè tu stesso ti fossi cagion di tòrtene. E chi dubita che, se a lui fosse la nostra condizione lecito di scuo-prire, che egli essendo savio, non dicesse piuttosto: rimanti ? E se a ciò discrezione non l'inducesse, ve l'inducerebbe pietà ; e questo credo che assai ti sia manifesto. Adunque fa' ragione che quel giudicio che egli darebbe, se la nostra causa sapesse, che egli l'abbia saputa e dato, e per la sua medesima sentenza lascia stare questa andata, e a te e a me parimente dannosa. Certo, carissimo signor mio. assai potenti ragioni sono le già dette da doverle seguire, e da ritenerti, considerando ancora dove tu vai: chè, posto che colà vada ove nascesti, luogo naturalmente oltre ad ogni altro amato da ciascuno, nondimeno, per quel che io abbia già da te udito, egli t'è per accidente noioso. Perciocché, siccome tu medesimo già dicesti, la tua città è piena di voci pompose e di pusillanimi fatti, serva non a mille leggi, ma a tanti pareri quanti v'ha uomini, e tutta in arme, ed in guerra, così cittadina come forestiera, fremisce, e di superba, d'avara ed invidiosa gente fornita, e piena d'in numerabili sollecitudini: cose tutte male all'animo tuo conformi. E quella che di lasciar t'apparecchi so che conosci lieta, pacifica, abbondevole, magnifica, e sotto ad un solo re: le quali cose, s'io alcuna conoscenza ho di te, tutte