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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ed esso di me, primamente stati eravamo presi, con quanti accidenti poi n'erano seguitati, alli luoghi ed alle persone pertinenti alla novella dando convenevoli nomi. Certo io ne risi più volte, e non meno della sua sagacità che della semplicit delli ascoltanti; e tal volta fu che io temetti che troppo caldo non trasportasse la lingua disavvedutamente dove essa andare non doveva; ma egli, più savio che io non pensava, astutissimamente si guardava dal falso latino. 0 pietosissime donne, che non insegna Amore ai suoi soggetti, ed a che non li fa elli abili ad imparare? Io, semplicissima giovane, ed appena potente a disciogliere la lingua nelle materiali e semplici cose tra le mie compagne, con tanta affezione li modi del parlare di lui raccolsi, che in brieve spazio io avrei di fingere e di parlare passato ogni poeta; e poche cose furono alle quali, udita la sua posizione, io con una finta novella non dessi risposta dicevole: cose assai, secondo il mio parere, male agevoli ad imprendere, e molto più a adoperare ad una giovane, o raccontare. Ma tutte piccolissime, e di niuno peso parrebbono, scrivendo io, se la materia presente il richiedesse, con quanta sottile esperienza fosse per noi provata la fede d'una mia fa-miliarissima serva, alla quale deliberammo di commettere il nascoso fuoco ancora a niun'altra persona palese, considerando che lungamente senza gravissimo affanno, non essendovi alcuno di mezzo, non si poteva servare. Oltre a questo, sarebbe lungo il raccontare quanti e quali consigli per lui e per me a varie cose fossero presi, forse, che non per altrui operati, ma appena giammai non credo pensati: le quali tutte, ancora che io al presente in mio detrimento le cognosca operate, non però mi duole averle sapute.
   L'uno giorno a l'altro dopo traevano con isperanza sollecita li suoi e miei desii; e ciò ciascuno agramente portava, avvegnaché l'uno il dimostiasse all'altro occultamente parlando, e l'altro a l'uno di ciò si mostrasse schifo oltre a modo, siccome voi medesime, le quali forse forza cercate a ciò che più vi sarebbe a grado, sapete che sogliono le donne amate fare. Esso adunque, in ciò poco alle mie parole credevole, luogo e tempo convenevole riguardato, più in ciò che gli avvenne avventurato che savio, e con più ardire che ingegno,