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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 304 -
   amo più che alcuno altro : questi fu colui, il quale dovea essere principio e cagione d'ogni mio male, e, come io spero, di dannosa morte. Questo fu quel giorno, nel quale io prima, di libera donna, divenni miserissima serva: questo fu quel giorno, nel quale io prima amore, non mai prima da me cognosciuto, conobbi : questo fu quel giorno, nel quale primieramente li venerei veleni contaminarono il puro e casto petto. Oimè misera! quanto male per me, nel mondo, venne sì fatto giorno! Oimè! quanto di noia e d'angoscia sarebbe da me lontana, se in tenebre si tosse mutato si fatto giorno! Oimè misera! quanto fu al mio onore nimico sì fatto giorno! Ma che? le preterite cose mal fatte, si possono molto più agevolmente biasimare che ammendare. Io fui pur presa, siccome è detto; e qualunque si fosse quella o infernal furia, o inimica fortuna, che alla mia casta felicità invidia portasse, ad essa insidiando, questo dì con isperanza di infallibile vittoria si puote rallegrare. Sop-presa adunque dalla passione nuova, quasi attonita e di me fuori, sedeva infra le donne, e li sacri ufici, appena da me uditi non che intesi, passare lasciava, e similemente delle mie compagne li ragionamenti, diversi. E sì tutta la mente avea il nuovo e sùbito amore occupata, che, o con gli occhi, o col pensiero, sempre l'amato giovane riguardava, e quasi con meco medesima non sapeva qual fine di sì fervente disio io mi chiedessi. Oh quante volte, desiderosa di vederlomi più vicino, biasimai io il suo dimorare agli altri di dietro, quello tiepidezza estimando, che egli usava a cautela; e già mi noiavano i giovani a lui stanti dinanzi, de' quali, mentre io fra loro alcuna volta il mio intendimento mirava, alcuni, credendosi che il mio riguardare in loro terminasse, si credettero forse da me essere amati. Ma, mentre che in cotali termini stanno li miei pensieri, si finì l'officio solenne, e già per partirsi erano le mie compagne levate, quando io, rivocata l'anima, che d'intorno alla immagine del piaciuto giovane andava vagando, me ne avvidi. Levata adunque con l'altre, ed a lui gli occhi rivolti, quasi negli atti suoi vidi quello, che io ne' miei a lui m'apparecchiava di dimostrare, e mostrai, cioè che il partire mi doleva. Ma pure, dopo alcuno sospiro, ignorando chi elli si fosse, mi dipartii.
   Deh! pietose donne, chi crederà possibile, in un punto, uno cuore così alterarsi?-Chi dirà che persona mai più non veduta sommamente si possa amare nella prima vista? Chi penserà