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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   -diventi d'alcuna, o che più per me Calliope dia forma a nuovi versi. A cui queste subite seguitaro : Niente t'abbiamo tenuto noi, sì come donna ancora la tua età non tegnente, fierissima -a rispetto di noi, signoreggerà la tua mente, la quale, se di vederla t'aggrada, aspettaci qui, noi la ti mostreremo. Ebbero ¦detto, e ad una ora esse e '1 sonno si dipartirono. Onde io maravigliatomi, prima lento i riposati membri levai su del tristo letto, e con sollecita mano esplorando l'oziose tenebre, i luoghi del fuoco cercai, del quale esservene non prima conobbi, che quello alquanto fumante, nascoso sotto la cenere, mi cosse la mano palpante ; ma tirata indietro quella, l'altra con più prestezza porta all'accese brace, di quelle misi nella secca stoppa ; e con aure lievi e continove il fuoco languente recai in chiara luce, cacciando le tenebre della notte, nelle quali forse più attamente mi sarei doluto che al lume.
   E questo fatto, io ritornai agli usati pensieri, ed in quelli malinconico, lunga fiala vegghiai; nè aveva ancora i suoi dispendi tratti la notte con seco, quando nuovamente da pensieri vinto, soave sonno mi ripigliò; nè prima nel profondo di quello fui tuffato, che le già dette di me schernitrici mi furono davanti; ma con vista gabbevole meno, ed in mezzo di loro avevano menata una giovane di sì grazioso aspetto, quanto mai nessuna n'apparisse agli occhi miei; ed era di verde vestita. nè cosa alcuna mi dissono, se non solamente: Ecco colei, cui già ti dicemmo, che sola fìa donna della tua mente; e per la quale le tue virtù in sperienza le loro forze porranno. A questo, niuna cosa fu a quelle per me risposto: ma quasi de' preteriti danni dimentico, intendeva con sommo diletto a mirare quella, fra me dicendo: Veramente ogn'altra bellezza vince questa, che costei tiene; e niuna fatica per lei avuta sarebbe indegna a chi per quella di tale meritasse la grazia. E lungamente miratola, fra me contendeva se altra volta veduta l'avessi o no; nè alla memoria tornava che mai per me fosse stata veduta; ma la reminiscenzia più ricordevole nella smarrita memoria tornò costei da me vista un'altra fiata; e che questa era colei, che, nella mia puerizia, vegnendo a questi luoghi, apparitami e baciatomi, lieta m'avea la venuta profferta: ed ancora che Febo avesse tutti i dodici segnali mostrati del cielo sei volte, poi che quello era stato, pure riformò la non falsa fantasia, nella offuscata memoria, la veduta effigie; ed una con quella essere la conobbe. E per quello lieto, di pensieio in pensiero, in ammirazione multiplìcando. in tanta