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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   che senza niuno inganno era vero; però che a me pareva di colui essere nelle braccia, di cui io era ; ma già a quelli effetti venendo, che più e ne' sonni e nelle vigilie sogliono essere cari, non sostenne il sonno quelle letizie, anzi ad una ora mi fuggìo, e del petto e delle braccia mi tolse colui, che mi vi tenea; e già desta, ricordandomi che sola esser dovea, nelle braccia mi vidi d'un giovane. La voce era già venuta nella lingua per chiamare i servi, e per dolersi delli scoperti inganni ; ed io presta voleva saliare del ricco letto ; ma il non pauroso giovane, e di me più possente, ad una ora mi tenne, e con la sua voce, da' miei orecchi subito conosciuta, ritenne la mia. Niuno spirito mi rimase sicuro, anzi così tremava come le pieghevoli canne mosse da ogni vento; e con quelle boci, che io potei, più volte il pregai, che si partisse, e i casti letti non tentasse di violare: ma poi che a sè prima la morte offerse che la partita, ingegnandosi con dolci parole da me cacciare la paura, io, levata la cortina, gli accesi lumi nella nostra camera presi per testimoni della sua sembianza : ed accertatami che la voce udita non m'aveva ingannata, così gli dissi : 0 giovane, più ardito che savio, non si distendano più le tue mani nella mia persona che io voglia, se la vita ti è cara; gli amori di qualunque persona sono con piacevolezza da impetrare e non per torza ; ed il luogo, dove noi siamo, toglie via quello, che si suol dire, le donne desiderano, che contro a loro in ciò, che più vogliono, s'usi forza ; ed il tempo ancora, quando io volessi, e' è favorevole. Adunque a quello, di che io ti domanderò, mi rispondi ; e se te di me sentirò degno, niuna forza ci fia bisogno nè prieghi; e così, se il contrario, indarno la lingua o le braccia faticheresti. A queste boci egli, dopo un caldo sospiro, lasciò me, e indietro si trasse; e così me l'uno canto del letto, ed esso l'altro tenendo, disse: Io non venni qui, o giovane, come rubatore della castità del tuo letto, ma come focoso amatore ad alcuno refrigerio donare a' miei ardori ; alli quali se tu noi dai, niuna altra cosa fia, se non un dirmi che io m'uccida; e certo io uscirò di qui o contento, o morto. Non che io con forza cerchi i miei piaceri, o aspetti che alcuno le sue mani contra di me incrudelisca ; ma se tu dura sarai a' miei disii. io col mio ferro, usando crudele uficio, mi passerò il petto ; ma di ciò, che tu vuogli, io ti risponderò. Me non ispaventarono le crude parole, ma nel primo proposito ferma, domandai come egli ar-