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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   iati. Ma mentre che egli, con occhio vago, ora questa donna, ora quell'altra riguarda, alla vista gli corse il viso della mia madre, il quale in sè di bellezza, oltre a tutti gli altri, commenda; e tacito pensa sè ancora dovere più felice usare le ¦colie bellezze, se fortuna nemica non gli si oppone. Le liete feste durano il debito tempo; il quale finito, ciascuno le sue case ricerca. Ma, tra poche a questo usate, sempre la madre mia spesso ricerca la reale corte, nella quale il marito avea non piccolo luogo. Il nuovo re, per le non dimenticate bellezze, s'infiamma più sovente, vedendole, e sollecita di dare effetto al suo pensiero; ma la fortuna acconciatrice de' piaceri de' possenti, più di lui s'affatica in queste cose, e porge cagione alla donna, per la quale conviene ch'ella porga prieghi al re disiderante d'esaudirli; porgonsi, e, uditi, è loro effetto promesso, al quale dare ingannevoli ingegni usati, mentre la donna cerca la grazia addomandata, cade ne' tesi lacciuoli, ed invita diventa del re; i cui disiderii compiuti, col dimandato si parte; e sentendo la cosa occulta, si tace il ricevuto oltraggio. Certo, se io non ne fossi dovuta nascere, io direi che ella avesse peccato, di Lucrezia non seguitando l'esempio. Ma onde che il violato ventre o da questo inganno, o dal proprio marito quello medesimo giorno seme prendesse, io fui nel debito tempo frutto della matura pregnezza. Ed essendo io ancora piccioletta, e di questo del tutto ignorante, la madre mia disposta a mutare mondo, come ella fece, aggiugnendo che sempre, come stato era occulto, così il tenessi, me'l fe' palese, siccome a voi, come con meco medesima, l'ho ragionando mostrato; ed a ciò, siccom'ella mi disse, nulla altra cosa la mosse, se non perchè io con fidanza maggiore i reali doni, come di padre dubbio, usassi per lo tempo avvenire.
   Adunque, come manifesto v'e, di padre incerto figliuola, due ne tenni per padri ; ma già il putativo, e forse vero, disposto a seguire la mia madre, a vestali vergini a lui di sangue congiunte mi lasciò piccioletta, acciocché quelle, di costumi e d'arte inviolata servandomi, ornassero la mia giovinezza. E certo il pietoso pensiero ebbe effetto ; e tanto con benivolo animo i loro sacrifici imitai, che nulla cosa mancava a me di quelle, se non il vestimento, ad essere una di loro : ma posto che io non l'avessi, non fu verso di me di Vesta la be-nivolenza minore, ed ella di ciò segnale manifesto mi diede una volta. Il vergine sole era già coperto dall'onde d' Esperia,