Stai consultando: 'Per la biografia di Giovanni Boccaccio ', Francesco Torraca

   

Pagina (286/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (286/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   avanzante sempre chi segue lei, in processo di tempo ebbero-grandissimo stato; ed in ricchezze, ed in uffici, ed in uomini. Altri questi reputano i Fresapani, ed alcuni gli stimano gli Annibali; ma l'antichità, quali d'essi fossero, il ver ne toglie: ma quale che di queste due fosse l'una, ciascuna e Pontefici Massimi, e Cesari ebbe nella sua casa. Di questi, dopo le pi-stolenzie de' Vandali, uno di loro, lasciata Roma, di Giovenale
   10 oppido antico si sottomise; e quello signoreggiando, a sè, ed a' suoi discendenti, che a me furono primi, diede cognome; de' quali alcuni, e tra quelli il padre mio, vennero alla città predetta: e quivi tennero, e tengono il più alto luogo appresso al solio di colui, che oggi in quella regge incoronato ; il quale di doni di Pallade copioso, cupido di ricchezze, ed avaro di quelle, meritevolmente Mida, da Mida si può nominare. Egli e' suoi predecessori venuti della togata Gallia, molto onorando costoro, una nobile giovane venuta di quelle parti, per bellezza lodata molto, ma più per costumi, per isposa si congiunse al padre mio. La quale. Dea credo di cento fiumi, due dubbi padri mi diede nel nascimento, de' quali l'uno più gentile e l'altro più onesto sanza dubbio conosco. Ma acciocché colpevole non sia reputata la madre mia, nè di rotta fede dannata, mi è caro di palesare i furti sforzati, ancora occulti.
   11 sole aveva tolti alle notti gli spazi lunghi, e terzo fratello godeva con quelli d'Elena, privando di luce le stelle loro, più accese di quella che mai; quando il predetto Mida. di poco tempo davanti stato coronato de' regni, a celebrare si dispose una gran festa, alla quale i sommati del regno suo d'ogni parte chiamati vi vennero. Quivi le Driade e le silvestre Ninfe e le Naiade di qualunque paese sopposto al re novello vi furono; ma tra l'altre bellissime, ornate di pietre e di molto oro, le Partenopensi v'apparvono, intra le quali non men bella di tutte fu la mia madre. Le poste mense nulla altro aspettanti si riempierono d'uomini e di donne; e ciascuna tenne secondo il suo grado lo scanno. Gli argentei vasi dierono le copiose vivande, e il lavorato oro i graziosi vini concesse agli assetati; e le reali sale d'ogni parte di nobili giovani, serventi alle mense presti, si videro piene, e li molti e vari suoni fecero la rilucente aula fremire spesse volte. E già niuna altra cosa che festa vi si vedeva, quando il sommo principe, ornato di vestimenti reali, da' suoi più nobili accompagnato, acciocché più lieti facesse i conviti, visitò con aspetto piacevole i convi-