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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   sero al piano, fermarono il passo, e quello con estimazione sottilissima riguardando, videro quello con brieve fatica utile a' loro disiri. Essi primieramente, esaminata la condizione del cielo, umile ed accostante alle loro compressioni la trovarono; ed il luogo sollevato con picciolo colle dal mare, e videro fruttifero, ed abbondante di ciascuno bene; e i marini porti lieti e graziosi si mostravano utili, ben che d'acque i luoghi poveri si discernano alquanto; ma affidandosi di dare a ciò riparo, deliberarono che senza più cercare qui si fermino i passi loro. E con questo consiglio declinando del monte, vicini alle poche onde, che tra Falerno e Vesevo stanche mettono in mare, nelli eminenti luoghi fondarono nuove mura, delle quali ancora non avevano veduti le fosse i fondi loro, quando Giunone le sue ire inflgnendo, li fece rivocare alle prime case. Alle quali tornare furono difficili, però che già per pessimo augurio dubitavano l'opera incominciata avanzare. Essi, nel primo fondare, di candido marm.o una nobile sepoltura della terra nel ventre trovarono; il titolo della quale, di lettera a pena nota tra loro, leggendolo, trovarono che dicea : Qui Parte-nope vergine sicula morta giace. Onde essi sterilità e mortalità dubitando, tornarono a' primi luoghi, meno utili che i lasciati ; ed a' lasciati lasciarono per eterno cognome il nome di quella, che essi avevano trovata. Ricolti adunque la seconda volta ne' luoghi loro, non guari vi stettero, che l'ire lungamente nascose tutte s'apersero, operante Giunone; nè tale miseria si vide in Egina regnante Eaco, quale quivi veduta sariesi da qualunque nimico piagnevole. Onde i nobili popoli, pochi rimasi, pensano di nuove sedie; nè d'altre più sane deliberano che quelle trovale da' primi, sopra le sepolte membra Partenopee, danti migliore interpretazione a' versi scritti nello antico avello, che' primi non fecero; dicendó che quivi sepolta ogni virginità ed ogni mortalità senza fallo saria con la sicula vergine ; e le terre vivaci e fruttiferi popoli renderebbono, così a' Siculi avversi nell'armi, come alla vergine negli effetti. E come due erano entrati in Cume, così quivi due, abbandonata l'antica città, se ne vengono, e la parte maggiore i cominciati fondamenti altra volta rinnnova nelle piagge alte, ed a quelli aggiugne mura fortissime, le quali, infino al mare tirate con forti ostacoli, chiudono la nuova terra; e così da loro nominata a differenza dell'antica abbandonata. Gli altri in numero minori, ma non nelli effetti, infra Falerno ed essi