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Dall' Allieto.
(Racconto di Fiammetta)
Molti amori a me, per la memoria non debole, ferventi si volgono; e ciascuno desidera d'essere il raccontato. Ma poi che chi fossero i miei parenti vi avrò dichiarato, qual più possente verrà nella lingua, quello, (per servare l'ordine cominciato), vi mostrerò. Già era stato cacciato Saturno da Giove, quando gli Euboici giovani, lasciata Calcidia. con le loro navi presero Caprea, vicina a' santi Oracoli di Minerva ; ed in quella abitali e molto inultiplicati, tanto che già lo picciolo luogo appena gli sostenea, quindi di loro gran parte partitasi, le isole Pittacuse cercarono, ed abitarle. Ma quelle infino nella loro venuta picciole a' nuovi popoli, per la loro cresciuta prole, abbandonarono; e vicini al lago d'i\ verno. via certissima agli iddìi infernali, e all'onde del Mirteo mare, e di Vulturno alla torbida foce quasi in mezzo, in terra ferma posarono i passi loro; e salutati i vicini monti, li quali d'alberi copiosi conobbero, e i piani atti a' lavori e dimostranti segni di fertilità, quivi disposero d'abitare; stimando che strettezza di luogo più non gli farebbe per l'innanzi mutare, quantunque crescesse la loro progenie; e data forma con ricurvo aratro alla nuova terra, in due divisa per li due popoli lì di due isole arrivati, prima in Caprea, quello nominarono Cume. Ma l'antico figliuolo del troiano Anchise ancora in quella non aveva la vivace Sibilla veduta, nè colti ne' fruttiferi colli i santi rami per offerire a Proserpina, nè date le pietose membra di Miseno ad eterno sepolcro, quando le mura già in alto levate, e le ròcche fortissime in essa toccanti il cielo, e i templi grandissimi già la mostravano città nobilissima e populala. Alla quale Giunone invidiosa diede cagione di mancamento a' moltiplicati uomini; e minacciando peggio, non volendo sacrifìci nè prieghi-fu cagione miserabile a molti d'abbandonare le proprie case. Le quali, partendosi quindi, e novella stanza cercando, dietro alle spalle i non conosciuti ancora tiepidi e dilettevoli bagni di Baia s'aveano lasciati, e le montagne sulfuree ; e già sopra Falerno coperto di vigne portanti vino ottimissimo, ancora non forato da Cesare, eran saliti; ed il viso tenevano alle fiamme di Vesevo, che, senza danno, loro porgeva paura. Ma poiché da quelle, mirandosi a' piedi, levando gli occhi, gli ste