Stai consultando: 'Per la biografia di Giovanni Boccaccio ', Francesco Torraca

   

Pagina (163/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (163/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - 164 —
   Strano, ma vero: certi ammiratori del Boccaccio, pur di far trionfare le loro tesi, non si tengono, in buona fede, dal tingere le sue azioni e il suo carattere de' colori men belli. Chi lo raffigura come stizzoso e vendicativo ne'suoi rapporti con la Fiammetta; chi come un abbietto adulatore de' reali di Naftoli; l'Hauvette, certo extra intentionem, quasi lo ascrive alla turba di quegl' ipocriti, che vilmente sfruttano persone, verso cui provano « sentimenti d'ira e di disprezzo ».
   Nella lettera del 19 aprile 1353 a Zanobi da Strada, il Boccaccio si dolse forte dell'Aeriamoli, che soleva chiamarlo Giovanni delle tranquillità ('); affermò con gran calore non esser ciò vero, non esser egli l'amico « della ventura ». Forse il senso, •che l'Acciaiuoli attribuiva al soprannome, noil era quello, che a lui parve di cogliervi ; ma egli se ne
   Alessi!», Mi dispiace per Zanobi, ma erodo avesse ragione l'Hortis. Zanobi, dice il Boccaccio nella lettera al Fizzinglie, «ferula... ab in-cunabulis puellulos primum Ora umaticae gradum tentantes cogere cou-sueverat»; e il discepolo del Boccaccio, Benvenuto da Imola, commentando il v. 109 del canto XV del l'Inferno, osserva: « Con quella turba (/rama, idest cum grammaticis et pedagogis sUis tristibus; et pulere .alludit voeabulo, nani gramo in vulgari lombardo idem est quod tristis, et ista secta pedagogorum est tristissima iu mundo . . . Literati . . . ha-bent materiam paratam, scilicet copiam pnerorum ». — Una intenzione maliziosa è, certo, nella frase: steriles vobis cintabat amore».
   (!) « Credo memiaeris Maguum tuum solitum me Iohannem tran-quillitatum risii quodam coacto vocitare persaepe, et eognomiuis cansam insuper meminisse debes; quod et memini, et quid sibi tale uomeu expouerat uon ali .quo quadam cordis indiguntione notavi ». Dove e quando potettero trovarsi insieme Niccolò, Zanobi e il Boccaccio? Giacché il solitum voeitare persaepe e, soprattutto, il riso sforzato, ini pare stieno contro l'ipotesi che « di un occasione così importante in cui quel soprannome venne fuori, dovette scrivere a Znnobi il Boccaccio stesso, o riferirglielo l'Acciainoli quando lo Stradino si acc uiciò presso di lui