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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - 163 —
   chiama Coridone. Orbene, Pizia, dopo d'essersi raccomandato al dio Pane, esce a dire;
   Et quercu veteri nuper mihi garrula cornix hos cecinit lapsus, vetuit sed dira cupido noscere, et in dubios deduxit ab aggere campos. Nec Corydon dudurn silvis cantare solebat, sic laetìs, dum tantus erat sub tegmine lauri.
   E Damone di rimando :
   Non Corydon, miserande, Ubi, non flstula nota qua steriles vobis blandus cantabat amores; sensi ego quam tenues conflaret gutture versus et modulos stipula, laqueo dum poneret arvis.
   Che significano questo dudnm, questi solebat, cantabat? Che cosa questo dum tantus erat? Chi gli aveva tolto la corona, o, piuttosto, la protezione di Mida? Che vuol dire questo sensi? Significano: Coridone non era più nelle liete selve partenopee, ovvero non era più di questo mondo. — Zanobi da Strada passò da Napoli ad Avignone, per occuparvi l'uffizio di segretario apostolico, nel 1359; morì di peste nell'estate del 1361 ('). Non, dunque, nel 1355, scrisse l'egloga il Boccaccio; ma dopo il 1359, o dopo il 1361. I presentimenti di Damone — prescindendo dalle allusioni alla disgraziata venuta di Pizia a Napoli e al suo disinganno — ci autorizzano a conchiudere: dopo il maggio del 1362 (2).
   (!) Cocnre, Lettre» de F, ff., 183.
   (2) Scrisse lo Zumihni, Le egloghe, 127 : « Se il Coridone di questa egloga è Zanobi da Strada, come par certo all'Hortis, non potrebbe però essere egualmente vero che il Boccaccio gli avesse dato quel nome forse con maliziosa allusione all'egloga II di Virgilio». E, dal ritratto ohe ce ne lasciò F. Villani, dedusse : « Se tale era lo Zanobi, pare a me che, a voler fare una maliziosa, o, piuttosto, maligna allusione di qnesta specie, il Poeta avrebbe dovuto chiamarlo non Coridone, bensì