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dorè, Damone ricorda le umili origini e le principali vicende; espone quasi la biografia completa, da che, venuto a rappresentar la sua ditta mercantile a Napoli, aveva saputo ingraziarsi «l'imperatrice» Caterina di Courtenay, e da lei farsi mandare in Grecia; cioè circa dal 1335. Era, quindi, naturale che, via via, toccasse della morte di Roberto, dell'assassinio di Andrea, del matrimonio di Giovanna con Luigi; tutte cose anteriori al tempo, in cui si finge avvenuto il colloquio. Ma già Damone ha veduto i segni forieri del turbine, che farà precipitar Mida, e gli distruggerà le greggi — accenno evidente alle gravi difficoltà, nelle quali il Gran Siniscalco si trovò impigliato dopo la morte del re Luigi avvenuta il 26 maggio 1362 (L).
IV. ... non prima però del 1355, poiché vi fa una non dubbia allusione all' incoronazione del poeta Zanobi da Strada, seguita a Pisa il 15 maggio 1355 per mano dell' imperatore Carlo IV e dietro le istanze dell'Acciaiuoli.
Non mi fermo a discutere se veramente il 'Boccaccio alluda all'incoronazione — come piace al-l'Hauvette di ritenere, nel tentativo di dimostrare che, precisamente nel 1355, l'egloga dovett'essere scritta — perchè proprio l'allusione a Zanobi è, passi l'ima-gine, il sassolino, che fa precipitare tutto l'edifizio da lui con tanta eleganza innalzato. Rammento che Zanobi, cedendo a' consigli del Petrarca, lasciò di fare il maestro'di scuola=a Fiienze, e si allogò presso i reali di Napoli, nel 1349; aggiungo che il Boccaccio, nella lettera al Nelli e nell'egloga Vili, lo
(') V. dietro, p. 105.