— 156 -¦
mero di fanti e cavalli, si spinse fino alle porte di Forlì, spargendo dappertutto incendi e rovine; «et hoc fecit quia dominus Franciscus antedictus no-lebat sol vere, censum et tributum ordinari um Eccle-siae Romanae». I figli di Francesco resistettero, e riuscirono a conchiudere col conte una tregua; ma subito mandarono avviso al padre, «qui immediate narravit omnia domino regi, et petiit licentiam re-deundi ad partes-suas». — Non sarà inutile osservare, qui, che questi particolari dichiarano alquanti versi dell'egloga III del Boccaccio. A Fauno, il quale, come dal Boccaccio stesso sappiamo, rappresenta l'Ordelaffi, dice Testili:
Non te cura tui retinet? Non parva tuorum haedis mixta cohors, cornu ludentibus arvis natorum? Non matris amor? die, obsecro, nescis qualis in lios rabìes, circumstrepat atra luporum Allobrogum? credis tantis obstare periclis, foemina sum, possim paucis sodata molossis?
Chi è Testili? La Chiesa — rispose l'Hortis; la Chiesa «senza dubbio», ripiglia ora l'Hutten, ignorando che l'opinione del dotto triestino fu dimostrata erronea dallo Zumbini; «una donna strettamente legata a Fauno per legami di parentela o d'affezione», giudicò l'Hauvette ('). Ricordando opportunamente che, nell'egloga V, Calcidia, atteggiata
(1) Notes sur des manuserits autographes de Borcaee. ne' Mélanges d'areh. e d'hist. della scuola francese di Roma, XIV, 129. 'Nella prima redazione dell'egloga, pubblicata dall'Hauvette, Testili dice:
Insidie quorum nondum quater ubere lae tu ex hit mulsisti postquam patuere.
Oli Annales Forol tienses e il Cobelli non danno lume; il Chr. Estense, sotto l'unno 1314 (in fiue), dice soltanto: « Domimi* marchio