critici autorevoli, ritenuto degno di fede sicura nel racconto dei fatti ('). Si consideri che, della morte di Sancia, egli non fa un cenno sommario, enpassant: si ferma a dar notizie di lei molto precise a due riprese, in due luoghi diversi e lontani della sua cronaca. Nel 1346, dice, ella non fu giustiziata con gli altri rei, perchè incinta; patì la sorte, che si meritava, un anno e mezzo dopo, per ordine del re d'Ungheria.
(1346) Domina autem Chancia supradicta, quia praegnans erat, decretimi fuit per Ieges quod differrelur mortis suae sentenza usque ad partum ; verumtamen carceri cum diligentia conservato.
(1348) Post paucos vero dies dominus rex de aliis prodi-toribus fratris sui mandavit inquiri.... Tunc inventa est domina Chancia prima proditrix dicti condam ducis Andreae, carceri alligata et fllium peperisse, (3) quam rex idem statini
era nata verso il marzo o l'aprile del 1343. Violante dovè morire prima del nonno, perchè questi, morio tra il 1348 e il 1350, la riconobbe quando ella g unse al Paradiso (Ed. XIV). Ma era indispensrble che l'avesse veduta con gli occhi corporei in terra I Le anime beate vedono in Dio tutto, anche ciò, che accade dopo la loro ascensione al cielo, e le cose future. L'Hecker, o. c., 84, la fa nasoere nel 1352 e morire nel 1358, supponendo un viaggio del Boccacoio a Napoli, del quale non si ha il menomo indizio.
I due eruditi, a questo proposito, raccolgono dalle varie sue opere i passi, ne' quali Giovanui parlò con rispetto e con affetto di suo padre. Si puf> agjiungere ad essi uno della lettera Longum tempiii. Per mostrare, forse eoa uu po' di esagerazione, quanto grande fosse stato il suo dolore per la fine i min un ni di Loronzo Acciainoli, scrisse: «mora inquam fratris, moro patria quondam, inors Coppi Dominici iam dilecto prao coterie, lacriinas extorquere non potnit; liaee extorsit». Non mi pare abbia colto il senso di questo passo E. Rossi, o. cit., 146.
(*) Sorbelli pref. alla sua edizione del l'hronìcon di notar Domenico; Città, di Castello, 190S, XIX.
(2) In altro luogo, il cronista ci rappresenta Sancia in atto di vantarsi delle sue ribalderie, una delle quali potò commettere perchè « pro-goans erat ».