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cline e molestia. Niuna cosa vi può contentare, destatrici di pericoli, commettitrici di mali. In voi niuna fermezza si Iruova, e brevemente voi e '1 diavolo credo che siate una cosa.... Taccio quali e quanti esempli son quelli delia vostra malvagità, o femmine, innumerabil popolo di pessime creature. In voi non virtù, in voi ogni vizio. Voi principio, mezzo e fine d'ogni male. Mirabil cosa, di voi si vede tra tanta moltitudine una sola buona non trovarsene. Niuna fede, niuna verità è in voi. Le vostre parole sono piene di false lusinghe. Voi ornate li vostri visi con diverse arti ad irretire i miseri, acciocché poi, liete d'aver ingannato, cioè fatto quello a che la vostra natura è pronta, ridere ve ne possiate. Voi siete armadure dell'eterno nemico dell'umana generazione; là ov'egli non può vincere co' suoi assalti, incontanente a' pensati mali pone una di voi, acciocché il suo intendimento non venga fallato. Guai eterni si può dir che non fallano a colui, che nelle vostre mani incappa. Misera la vita mia, che incappato ci sono. Niuna consolazione sarà mai in me di tal fallo, pensando che una giovane, la quale io più tosto angelica figura che umana creatura reputava, con falso ragguardamento m'abbia legato il cuore con indissolubile catena, e ora di me si ride contenta de' miei mali.
Questa è piccola parte del violento sfogo di Fileno ('). Glie cosa provi, quanto e qual valore abbia, si vede bene quando egli, riacquistata la forma umana, riveduto il viso di Biancofiore, « stimandolo più bello che mai gli fosse paruto, contento tacitamente si dispose al vecchio amore, credendo senza quello niuna cosa valere! »
Dalle analisi psicologiche, facilmente fallaci se condotte su pochi e vaghi indizi, scendiamo all'umile realtà. L'Hauvette, non so come, non si rammentò di un documento, che rivela una delle cagioni - se non la sola - dell'inquietudine del Boccac-
(!) Cfr. lo sfogo d'Idalagos, alla fine del suo doloroso racconto.