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dura e onora » ? D'altra parte, non è credibile che, solo dopo l'amaro disinganno del 1354, abbandonata Fillide, si fosse messo con indicibile ardore a
cercar Saffo (') con la scorta di Silvano (il Petrarca).
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Non è da prendere alla lettera il misoginismo, di cui fa sfoggio, con esuberanza di rabelesiana facondia, nel Corbaccio; non lo si deve giudicare effetto e testimonianza d'un mutamento vero e profondo del suo atteggiamento rispetto al sesso gentile, avvenuto in un dato anno, per certe speciali circostanze. Il germe o il nocciolo della diatriba virulenta contro le donne, che occupa tanta parte del Corbaccio, si trovava già nel primo suo romanzo, scritto quando un amore alto e gentile lo possedeva tutto; scritto per desiderio della donna adorata, a lei dedicato ed offerto.
Voi sfrenata moltitudine di femmine, siete dell'umana generazione naturai fatica, e dell'uomo inespugnàbile solleeitu-
(') Cfr. Ed. XII. Calliope domanda:
.Xon ego te vidi pridem vulgare canenlem in triviis Carmen misero p 'audente popellot Ed Aristeo risponde:
Vidisti fateor: non omnibus omnia sr.mper sunt animo: puero Carmen vulgare placebat. illud Lemniadi elaudo concessimus, osi nune altior est aetas, aliosquac monstrat amoret.
Qui ei parla unicamente di carmina; perciò non comprendo come, interpretandoli « alla lettera », si possa da quésti versi cavare clic il Boccaccio « aveva rinunziato a comporre opere in lingua volgare », e che il Corbaccio, che è in prosa, sia anteriore ad essi. Cfr. Hauvktte, Une conftssion. 19, n. 2.