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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 138 -¦
   E femmi, tal vezzosa riguardando, Qual fe' Cupido la figlia di Belo, Stand'ella attenta ed Enea ragionando. Laond' io ardo, ed ardendo, del gelo Che senti Biblis temo, imaginando Che '1 brun vestire ed il candido velo Non la faccia crudele, ovvero onesta Oltre al desio, che per lei mi molesta.
   Ognun vede che, negli ultimi cinque versi, non v'è nè oscurità, nè garbuglio; perciò, niente impediva al Korting e all'Hauvette di riconoscere che vi si parla di una vedova ('). Ma andiamo avanti. Il Pastor d'Ameto è Apollo, che guida il carro del sole ; ed è Apollo quello, il cui valore si discerne ancora nelle mura di Troia (-). 11 Baldelli, che non s'accorse dell'inversione, e lesse quella, fu costretto a supporre che il Boccaccio avesse giocato « con poco gusto sul nome e della figlia di Agenore, e della nazione che si mosse a distrugger Troia ». Quei che ad Agenore furò la figlia è il toro, che rapì Europa dalle rive della Fenicia; ma, perchè esso scende al mare dietro al sole, qui sta per il secondo segno dello Zodiaco. Il poeta vuol dire che il sole tramontava, una sera di primavera, tra aprile e maggio, in un paese posto ad oriente della Fenicia (s). Lì è la Palestina, con dentro Betulia, dove ci trasporta l'accenno della seconda quartina ad Oloferne, ed all'amore, ond'egli arse per la vedova di Manasse,
   (') L'aveva bene mostrato il Crescisi, Contributo, 106, in mia nota che l'Hauvette citò, ina non tenue nel debito conto.
   (-) Ameto, racconto di Emilia: <1 ti veggono ancora le sparto reliquie della terra che ... al suono della cetera di Apollo fu di altissime mura murata ». Cfr. De Geneal. VI, 6.
   (:!) Baldelli: « Anioro scendeva al mare, clic chiama onde materno «l'Amore, perchè dal mare nacque Venere, andando dietro ad Apollo ».