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poco dopo di averla generata da una fiesolana « loquace ». Il Crescini domandava: « È forse Emiliana de' Tornaquinci ricordata nel capitolo ? ». A me pare di sì: nel capitolo, infatti, ci è presentata come moglie di Giovanni di Nello, e, nell'olmeto, ha per marito un giovine, « il cui nome grazioso le piacque ». Giovanni s'interpreta grazia di Dio, o grazioso ('). — Emilia ama Ibrida, poi che 1' ha richiamato in vita e ricondotto a' servigi di Venere, che egli aveva abbandonata per seguir Pallade, e tentare audacemente di penetrare ne' cieli (2). Ora, io non so che si sia posta sufficiente attenzione a questi particolari. Se Ibrida, come tutti ritengono, è il Boccaccio, Emilia dev'essere una donna da lui amata dopo la Fiammetta, dopo il suo ritorno da Napoli a Firenze. Prima di maritarsi, Emilia aveva seguito Diana ; si maritò col benevolo consenso della dea, e, quantunque sposa e madre, « giammai non la lasciò, riè
(!) Dante, Pur., XII, 80. Uguccione cit. dal Toynbee, Dante Stu-dies, 111 : « Johannes interpretatur gratia Domini ». B. Latini, Tresor,
I, n, 69 : « Graee de Dieu ». A questo significato, non a quello di Deo datum, alludeva il Nelli nella lettera, con cui tentò consolare il Petrarca della morte di sno figlio Giovanni : « Quia etsi nunquam Johannes ille, sècum portans quod sui interpretatio nomin's hahet, michi hac luce videndus est ». Cochin, Lettres de F. A', a Pétrarque, 291, 299.
(2) Il Crescini (Idalagos, nella Zeitsehr. f. Roman. Philol. IX, 1885) tentò due spiegazioni di questo racconto. Nella prima, Emilia rappresenta gli studi del diritto, ai quali Giovatmi passò dalla mercatura ; nella seconda, l'amore puro, etereo. Saremmo sempre dentro il cerchio degli amori del Boccaccio e di Fiammetta. Ila, in verità, Emilia si fa dare da Venere l'incarico di ricondurre Ibrida alle «usate palestre », all'amore; di renderlo « con intero dovere disposto ai servigi » di lei, e « quelli doni gli promette in merito, che può donare la sua Dea ». — Si noti che Ibrida ha il viso * coperto di folta barba », non più della « crespa lanuggine che pur allora occupava Giovanni » quando Fiam-
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